L' Italia è a un passo dalla «soglia critica» che vorrebbe dire lockdown per tutti. E questa volta si tornerebbe al regime duro, quello già vissuto nella prima fase della pandemia. La speranza è che le misure adottate con l'ultimo Dpcm siano sufficienti a riportare la situazione sotto controllo. Questo l'auspicio degli esperti che si prendono ancora qualche giorno per verificare l'efficacia delle ultime restrizioni. Poi se la curva non rallenta a sufficienza tra 4 giorni, dopo il 15 novembre, potrebbe arrivare la stretta.
LE REGIONI CHE CAMBIANO COLORE
Ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l'ordinanza e da oggi la provincia autonoma di Bolzano entra nella zona rossa dove già si trovano Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d'Aosta. Passano invece alla zona arancione Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria dove raggiungono Puglia e Sicilia. Le altre restano ferme al giallo ma ovviamente se i parametri peggioreranno passeranno con un meccanismo automatico all'arancione o al rosso. Di zone verdi purtroppo non ce ne sono più.
QUASI ROSSE
Emilia Romagna, Campania, Veneto e Friuli Venezia Giulia sono le 4 regioni alle quali ha fatto riferimento il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro mentre illustrava il Report settimanale sull'andamento dell'epidemia. «Sulla base dell'ultimo monitoraggio ci sono 4 regioni che vanno verso un rischio alto e nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive» ha detto Brusaferro. Auspicio però che per il momento non è stato accolto dal ministero della Salute che anche dopo un monitoraggio dei tecnici ha lasciato anche la Campania in zona gialla. Nonostante il parere degli esperti.
RESTRIZIONI GENERALI
Il meccanismo introdotto con il nuovo Dpcm resta in vigore fino al 3 dicembre. Salvo ovviamente che il governo decida di intervenire di nuovo prima. In tutto il paese è in vigore il coprifuoco alle 22: tutti a casa salvo ragioni di necessità ed urgenza. Chiuse palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali. Manifestazioni pubbliche autorizzate in forma «statica». Sospese le sale giochi, scommesse, bingo; teatri, cinema e sale da concerto, sale da ballo e discoteche; convegni e congressi, musei e mostre.
ROSSA, ARANCIONE E GIALLA
Nella zona rossa vengono applicate le misure più restrittive previste dal Dpcm. Si esce di casa soltanto con una motivazione specifica: lavoro, salute, assistenza. Serrata per bar, ristoranti, negozi. Parrucchieri aperti. Didattica a distanza dalla seconda media. Restano le lezioni in presenza soltanto per infanzia, elementari e prima media. Chiusi i «confini» dei comuni e della regione. È vietato spostarsi salvo ci siano i soliti motivi di lavoro o salute. Necessaria l' autocertificazione anche per gli spostamenti all'interno della città. Vietate le visite con parenti e amici non conviventi. Ovviamente ci si può spostare ad esempio per accompagnare i bimbi a scuola o portare a passeggio il cane.
Nella zona arancione I ristoranti e bar restano chiusi per tutta la giornata ma i negozi invece restano aperti. La Dad solo alle superiori. Sì alla circolazione all'interno del proprio comune. Vietato entrare o uscire dalla propria regione.
Nella zona gialla ristoranti e i bar aperti fino alle 18, poi possono esercitare il delivery. Negozi aperti con il solito orario. Centri commerciali chiusi nei weekend. Ci si può muovere all'interno della regione e spostarsi in quelle con lo stesso colore.
L'ANALISI DEGLI ESPERTI
L'Italia nel suo complesso si colloca al momento in uno scenario di tipo 3 con un Rt di 1.7. Brusaferro sottolinea che l'Rt ha mostrato «un rallentamento nella sua crescita». Tutte le regioni sono abbondantemente sopra Rt 1 e quindi la preoccupazione resta alta. Anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli sottolinea la «decelerazione della crescita dell'indice Rt frutto delle misure restrittive messe in essere». L'analisi però è ferma al 1 novembre dunque gli esperti si aspettano che «con il trascorrere dei giorni i dati possano ulteriormente migliorare» grazie alle misure introdotte. Anche se circa il 60% dei positivi sono asintomatici l'età media dei contagiati purtroppo sale fino a 50 anni il che significa che probabilmente ci saranno più casi gravi.
TERAPIE INTENSIVE
Purtroppo è stata superata a livello nazionale la soglia di rischio del 30% di posti occupati da malati Covid: siamo al 36%. Significa che oltre un letto in rianimazione su tre è occupato da un paziente Covid. Ma sono 12 le regioni molto al di sopra della soglia critica: 60% in provincia di Bolzano; 58 in Umbria; 54 in Piemonte. Sotto pressione anche la Lombardia, 53% posti occupati. Pur avendo il numero più alto di posti di terapia intensiva disponibili, 1.274, è in una fascia ad alto rischio con 670 ricoverati Covid in rianimazione. Poi Val d'Aosta, 50; Toscana, 45; Liguria 44, Marche, 43.
STRETTA DEL VIMINALE
Intensificare i controlli e chiudere piazze e strade a rischio assembramenti.
Il Viminale chiede di intervenire in modo più «efficace e tempestivo» per evitare gli assembramenti nei fine settimana, anche attraverso una serie di iniziative da concordare con i sindaci sulla base degli strumenti previsti dall'ultimo Dpcm che consentono la chiusura di strade e piazze. È quanto prevede una circolare inviata dal capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, Bruno Frattasi ai prefetti.
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