Limitare la mobilità anche nelle zone gialle. Abbassare i parametri che impongono un automatico spostamento in zona rossa: non soltanto un indice di trasmissione superiore a 1,25 ma anche un numero di contagi per 100mila abitanti superiore a 250. Proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo o, addirittura, 31 luglio.
Da domani cinque Regioni passano in arancione ma evidentemente l'andamento dell'epidemia secondo gli esperti richiede interventi più incisivi come ieri hanno sottolineato il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli e Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione presso il ministero della Salute, presentando il Report dell'Iss.
Sono loro a incalzare il ministro della Salute, Roberto Speranza, affinché sostenga l'introduzione di un maggiore rigore nei parametri in modo da evitare nei prossimi mesi invernali, con la campagna vaccinale in corso, il rischio che la curva epidemica vada fuori controllo. «Nel nostro Paese e in Europa i dati della recrudescenza del virus sono molto significativi - ha ribadito ieri il ministro Speranza- Il virus continua a circolare e continua ad essere un avversario molto temibile e purtroppo ancora per qualche tempo le misure di mitigazione e le regole sono e resteranno l'arma fondamentale con cui difenderci».
E dunque domani i governatori delle Regioni, i rappresentanti dei Comuni e delle Provincie sono convocati dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia per confrontarsi sul nuovo Dpcm che scatterà dal 16 gennaio, visto che quello attualmente in vigore scade il 15. Presente, sempre in modo virtuale ovviamente, anche il ministro Speranza. Sul tavolo l'inasprimento delle misure di contenimento.
Le restrizioni però continuano a penalizzare il commercio e dunque le 5 Regioni da domani in arancione (Veneto, Sicilia, Lombardia, Emilia Romagna e Calabria) hanno inviato una lettera al governo per chiedere nuovi ristori per le imprese e le categorie colpite dalla pandemia. «Il rischio è che interi comparti vengano cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni» hanno scritto i governatori che chiedono all'esecutivo «rassicurazioni circa un'immediata messa in campo di ristori e della loro quantificazione, onde evitare ulteriori penalizzazioni a queste categorie».
La soglia di contagi per abitante che gli esperti stimano gestibile è 50 casi su 100mila, oltre questo numero si rischia di perdere la capacità di tracciamento. Una cifra che nell'ultimo report Iss è abbondantemente superata da tutte le Regioni. Tra queste il Veneto che con i parametri più rigidi passerebbe immediatamente in zona rossa visto che ha 454 contagi per 100mila abitanti nell'ultima settimana analizzata. Ma anche l' Emilia Romagna è a 242. Poi la provincia di Bolzano 231; il Friuli Venezia Giulia, 205; le Marche 201. L'incidenza più bassa si registra in Toscana, con 78,95 casi ogni 100mila abitanti. La media nazionale è comunque troppo alta: 166 sulla settimana 28 dicembre 3 gennaio.
Quindi gli esperti chiedono anche di irrigidire il contenimento nelle zona gialle. Come? Nel fine settimane quando più alto si fa il rischio degli assembramenti si tornerà sempre tutti in arancione: quindi niente spostamenti fuori Regione, bar e ristoranti solo asporto e anche in settimana dopo le 18. Enorme punto interrogativo poi per la riapertura delle scuole rimandata in moltissime Regioni.
Si ipotizza pure per le Regioni dove la diffusione del coronavirus è più bassa l'istituzione di zone verdi o semplicemente neutre. Qui si potrebbe tornare ad aprire le palestre, le piscine e le attività come il cinema ed i teatri. Sempre però in modo mirato non generalizzato: un comune o una provincia. Qui l'indice di trasmissione Rt dovrebbe essere inferiore a 0,50. In sostanza una curva epidemica in decisa discesa.
Da parte del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ci sarebbe una richiesta per riaprire almeno alle lezioni individuali nelle palestre. Prospettive pessime invece per il settore degli spettacoli.
Il prolungamento della sospensione delle rappresentazioni teatrali o l'apertura di sale da concerto, sale cinematografiche e altri spazi aperti al pubblico è praticamente certo. Anche per questo settore potrebbero esserci deroghe in zone specifiche e limitate con Rt inferiore a 0,50 e meno di 50 contagiati per 100mila abitanti. Una situazione che al momento non è registrata sul territorio.
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