Roma chiama Parigi. E la tirata d'orecchie è sonora, esplicita. Sul caso delle affermazioni rilasciate dalla ministra francesce agli Affari Ue, Laurence Boone, che in un'intervista aveva parlato di "vigilanza" sull'Italia, è intervenuto addirittura il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A margine di un incontro tenuto ad Alba, il capo dello Stato si è pronunciato su quello sgarbo istituzionale con parole ponderate e precise, nello stile che gli è proprio. Al contempo, però, lo ha fatto con tono particolarmente schietto.
Le parole di Mattarella
"L'Italia sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione e dei valori dell'Unione Europea", ha affermato Sergio Mattarella, rispondendo a un cronista che lo aveva interpellato proprio sull'argomento divenuto materia di frizioni con l'Eliseo. "Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo su rispetto diritti e libertà", aveva infatti affermato la ministra francese per gli Affari europei, provocando l'immediata e stizzita reazione della premier in pectore, Giorgia Meloni. "Confido che il governo francese smentisca queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell'Ue", aveva dichiarato la leader di Fratelli d'Italia.
Dalla Francia sarebbe poi arrivato un tentativo di ridimensionare quelle parole, sembrate una vera e propria ingerenza. "La Francia rispetta ovviamente la scelta democratica degli italiani", avevano fatto sapere dall'entourage della ministra d'oltralpe, negando di voler dare lezioni a nessuno. Ma ormai il pasticcio era fatto. Le affermazioni sulla "vigilanza" francese avevano già rotto il sottile equilibrio dettato dalle reciproche equidistanze tra Paesi amici. La riprova di quella frattura istituzionale è arrivata proprio dalla stilettata di Sergio Mattarella.
"L'Italia sa badare a se stessa". Le parole pronunciate dall'uomo del Colle e subito rilanciate dalle agenzie di stampa sono risuonate come una sentenza inappellabile: nessuna ingerenza esterna, grazie.
Quelle affermazioni, peraltro, hanno assunto un valore doppio perché ora toccherà proprio al Capo dello Stato incaricare il nuovo premier della formazione del nuovo governo. Un passaggio in punta di Costituzione rispetto al quale - si capisce - l'Italia non gradisce intromissioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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