L'Italia conta altre 636 vittime. Nato il fondo per i sanitari eroi

Della Valle dona 5 milioni al conto per i familiari. E per il terzo giorno calano i posti in terapia intensiva

L'Italia conta altre 636 vittime. Nato il fondo per i sanitari eroi

Un gesto di solidarietà che per le famiglie di medici e infermieri morti per coronavirus, accarezza il cuore: la famiglia Della Valle, anche a nome dei propri dipendenti ha donato 5 milioni di euro. «Per i familiari del personale sanitario che ha perso la vita nella lotta al Covid-19. Il loro altruismo e il loro coraggio saranno per sempre un esempio per tutti noi», spiega la famiglia Della Valle. Il fondo si chiamerà «Sempre con Voi» e chiunque vorrà, potrà contribuire tramite il conto aperto dalla Protezione Civile. E in serata è il capo Angelo Borrelli ad annunciare: «Ho firmato un'ordinanza per un fondo nato con l'obiettivo di destinare provvidenze nei confronti dei sanitari che sono deceduti ed è a beneficio degli orfani e dei familiari degli operatori sanitari deceduti a seguito del contagio voluto dalla famiglia Della Valle». E cresce ancora il numero dei medici vittima del coronavirus in Italia. Stando ai dati riportati dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici che da circa un mese aggiorna il triste elenco, dall'inizio dell'epidemia sono 89 i camici bianchi che hanno perso la vita nella lotta alla pandemia. Dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arriva invece un appello a rimanere uniti.

Buone notizie sul fronte mascherine con 620mila pezzi di Ffp2, prima tranche del milione destinato ai sanitari dalla Protezione civile, distribuiti agli Ordini dei medici. I dispositivi saranno assegnati dando priorità ai professionisti esposti che non hanno mai ricevuto o ottenuto protezioni in quantità sufficiente, come i medici di medicina generale e i colleghi della continuità assistenziale. «È un supporto straordinario - sottolinea il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli - che non interferisce e non è alternativo ma suppletivo al canale distributivo ufficiale e viene a rimarcare la funzione degli Ordini territoriali come organi sussidiari dello Stato a tutela della professione, perfettamente inseriti nell'attività dell'apparato statuale».

In conferenza stampa, Borrelli inizia come da tradizione ormai dai dati. In Italia è ancora picco, la situazione del contagio da Covid 19 in Italia è stabile anche se non è ancora arrivata la discesa tanto agognata. Torna a crescere il numero dei morti: 636, domenica erano stati 525. Migliori gli altri dati con i nuovi contagiati a 1.941 contro i 2.972 di ieri. Il trend dei contagi è quindi in lento calo. Ma il dato davvero confortante è quello relativo ai posti in terapia intensiva che diminuiscono per il terzo giorno di seguito. Luca Richeldi, del comitato tecnico scientifico, ha parlato di dati confortanti, ma subito dopo insiste: «non riduciamo il livello di allarme». La domanda in sala stampa che preme è quella sulla data di ripartenza: «La data che noi abbiamo a disposizione è il 13 aprile, il comitato tecnico scientifico sta facendo le sue valutazioni, poi spetterà al Consiglio dei ministri decidere la data e le modalità della fase 2». Ed è appunto attesa per oggi alle 15 il vertice in videoconferenza tra il premier Giuseppe Conte e il Comitato tecnico scientifico, in cui si discuterà delle misure di contenimento in vista della cosiddetta «Fase 2».

Si riaccende il dibattito sulle mascherine, «non sentitevi invincibili, molto più importante è il distanziamento sociale e lavarsi le mani». Si tentano bilanci, e si rimbalzano attacchi: «Questo virus è un nemico invisibile. Errori? Di meglio non si poteva fare, a partire dai medici della Lombardia».

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