«Volete sapere perché Emmanuel Macron non ci ha invitato al vertice sull'antiterrorismo di Parigi con la Merkel, il premier austriaco, quello olandese e i vertici europei? Leggetevi questa sua frase e lo capirete». La frase, copiata da un'agenzia, arriva pochi secondi dopo dal whatsapp della fonte della Farnesina con cui stavamo chiacchierando. «Ogni falla della sicurezza alle frontiere esterne dell'Ue o in uno degli Stati membri è un rischio di sicurezza per tutti gli Stati membri».
Le parole del presidente francese in effetti lasciano pochi dubbi. Non esiste falla più evidente di quella in cui è inciampata l'Italia lasciando sbarcare e transitare sul nostro territorio Aouissaoui Bahrain, il terrorista tunisino autore della strage nella chiesa di Nizza. Una falla gravissima che, come ricordano fonti de Il Giornale, il ministro Luciana Lamorgese ha tentato di minimizzare sia durante la riunione del Copasir del 5 novembre, sia durante l'incontro con il collega francese Gerald Darmanin arrivato in visita al Viminale il giorno successivo. E se il fuoco di fila subito durante l'audizione del Copasir l'ha fatta vacillare, le rimostranze dell'omologo d'Oltralpe l'hanno messa definitivamente al tappeto. E, infatti, neanche 24 ore dopo la Lamorgese se n'è uscita con quella proposta di «posizionamento di assetti navali o aerei davanti alle coste tunisine» interpretata da molti come il progetto di un vero e proprio blocco navale. Peccato che a ridimensionarlo ci abbia pensato lo stesso premier Giuseppe Conte. E così ecco arrivare l'esclusione dal vertice di Parigi.
Quell'esclusione secondo il magistrato esperto di terrorismo internazionale Stefano Dambruoso «certifica non l'incapacità dei nostri servizi di sicurezza nell'affrontare il terrorismo, ma lo scarso peso diplomatico e la sostanziale irrilevanza del nostro governo nell'ambito della diplomazia securitaria. Una debolezza gravissima per un Paese che essendo attraversato da importanti flussi migratori diventa chiave per la sicurezza dell'intero continente».
E a rigirare il dito nella piaga ci pensa l'ex ministro degli esteri Giulio Terzi di Sant'Agata convinto che il passaggio del terrorista Aouissaoui Bahrain sia alla fine solo la classica goccia capace di far traboccare il vaso. «Veniamo esclusi per la totale mancanza di credibilità di questo governo nell'affrontare in modo complessivo la questione della sicurezza delle frontiere. Finché il nostro esecutivo non rifiuterà la falsa narrativa secondo cui tra i migranti non si nascondono terroristi non verremo più invitati da nessuna parte. Macron, la Merkel e gli altri leader europei non sanno che farsene di un partner sempre pronto a inseguire punti di vista e interpretazioni sbagliate e non omogenee alle loro».
Una considerazione condivisa anche dal vice presidente del Copasir Adolfo Urso «Non contiamo più nulla - spiega il senatore - perché malgrado lo straordinario lavoro della nostra intelligence alla fin dei conti risultiamo inadempienti.
Purtroppo la mancanza di un'iniziativa politica precisa e costante del nostro governo finisce con il vanificare il lavoro svolto sul campo dai nostri organi di sicurezza. E questo oltre ad essere gravissimo spiega perché al vertice di Parigi Macron ha preferito rinunciare all'Italia e invitare al suo posto un Paese come l'Olanda».
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