«Eravamo gli osservati speciali d'Europa, siamo diventati un modello da seguire». Ad Atreju è il giorno dell'orgoglio e della consapevolezza per Giorgia Meloni, un bagno di folla e di entusiasmo utile a ricaricare le pile in vista dei prossimi tre anni di legislatura e un appuntamento in cui rivendicare i risultati e i riconoscimenti concessi dalla grande stampa internazionale. «Non tornerà un'occasione come quella di adesso, l'occasione è ora e non permette passi incerti e tentennamenti, perché ha bisogno di certezze, cuori puri e gambe ferme. Ma io sono certa che siamo all'altezza del compito», dice la premier concludendo il suo intervento, durato quasi un'ora e mezzo.
Giorgia Meloni scatta una fotografia di ciò che la destra e la festa di Atreju è diventata nel tempo. «Atreju era generazione che spendeva se stessa per superare i pregiudizi, era l'occasione per ritrovare gli amici e ricordarci che non eravamo soli in questa battaglia quotidiana, ora è un altro mondo ma dobbiamo ricordare, perché nessuno che non sa guardarsi indietro può avere la pretesa di andare avanti». «Questa edizione di Atreju è stata splendida, impeccabile», dice la premier. E ricorrendo all'arma dell'ironia ricorda i tanti attacchi subiti dalla sorella, capo della segreteria politica e responsabile del tesseramento del partito. «Grazie ad Arianna che in questa sua foga di dover piazzare amici e parenti e gente che non conosce ha trovato il tempo per organizzare Atreju».
Giorgia Meloni rassicura sulla stabilità del centrodestra - «un segno di discontinuità con il passato» - e promette che «onoreremo fino all'ultimo giorno il compito che ci è stato dato. Arriveremo compatti fino alla fine della legislatura e oltre. Deludere la sinistra è il nostro sport preferito. Noi siamo per l'Italia. Pessimismo, benaltrismo, tafazzismo, la tendenza a piangerci addosso sono i nemici che abbiamo il dovere di sconfiggere. In molti hanno scommesso sul nostro fallimento, hanno puntato sul cavallo sbagliato. L'Italia di oggi torna a correre e stupire, da osservato speciale diventa un modello da seguire».
C'è spazio anche per una citazione del fondatore del centrodestra, Silvio Berlusconi. «Berlusconi sarebbe fiero di un governo che ha contribuito a creare un milione di posti di lavoro, che era una sua bandiera, e che lo abbia fatto in due anni». Giorgia Meloni ribadisce anche che sugli hotspot in Albania il governo andrà avanti senza esitazioni. «I centri per migranti in Albania funzioneranno. Funzioneranno; dovessi passarci ogni notte da qui a fine legislatura». L'accordo, ricorda Meloni, «fa scuola in mezza Europa» anche perché «il punto centrale è l'effetto deterrenza. Bloccarlo sarebbe un favore ai criminali».
La premier promette che il 2025, «sarà quello delle riforme che spaventano molti, andremo avanti sul premierato, così temuto dai campioni olimpici dei giochi di palazzo, sull'autonomia differenziata, sulla riforma fiscale e sulla riforma della giustizia». Torna poi sulla sinistra che ha «cercato di azzoppare la nomina» di Raffaele Fitto in Europa. Per loro «se non sei di sinistra non puoi fare il commissario europeo. Noi siamo antitetici alla sinistra, noi esistiamo per stupirla e smentirla».
Meloni coglie anche l'occasione per annunciare che «sto per dimettermi dalla carica dei Conservatori e Riformisti europei. Questa splendida comunità politica merita un presidente a tempo pieno. Saranno aperte le candidature, ci sarà anche il primo ministro della Polonia, amico dell'Italia. Ti sosterremo in questa battaglia».
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