La flat tax agita e non poco le acque del governo. Da un lato la Lega che prova ad allargare la platea del nuovo regime fiscale anche alle famiglie con lavoratori dipendenti, dall'altro c'è invece il Mef che di fatto frena in modo deciso facendo sapere che secondo alcune analisi il provvedimento potrebbe costare 50 miliardi. Tutto parte dalle parole del sottosegreatrio alle Infrastrutture, Siri che di fatto propone di approvare prima dell'estate il "reddito familiare".
Una norma questa che dovrebbe prevedere un'aliquota unica del 15% da applicare ai redditi fino a 50 mila euro. Il costo dell'operazione, secondo i calcoli di Siri sarebbe di 10-12 miliardi. Conti questi contestati dal Mef che, come riporta l'Adnkronos, boccia il piano del Carroccio: "Il costo sarebbe di 50 miliardi. È praticamente impossibile avviarla - chiariscono i tecnici che hanno studiato la misura inserita dal leader leghista nel contratto di governo. - E anche laddove si dovesse fissare la soglia dei 50mila euro - spiegano ancora - staremmo su un costo intorno ai 25 miliardi". Al Mef ha replicato lo stesso Siri: "Non so se esiste uno studio perché non l’ho mai visto ma se anche esistesse non può riferirsi alla nostra proposta di Flat Tax Fase II che ha un’incidenza di circa 12 mld e si riferisce ad un intervento di riduzione dell’imposta per tutte le famiglie fino a 50 mila euro di reddito. In particolare -spiega- la novità è data dall’introduzione del reddito famigliare che attraverso un sistema di deduzioni garantisce la progressività dell’imposta. Il nostro studio è stato messo a punto circa 15 giorni fa quindi risulta evidente come la data dell’8 febbraio sia antecedente alle nostre elaborazioni. Mi pare evidente che non c’entra".
Infine sul caso è intervenuto anche il principale alleato di governo di Salvini, il grillino Di Maio che di fatto sfrutta le stime del Mef per frenare la corsa del Carroccio verso il nuovo regime fiscale: "Sulla Flat tax familiare troveremo una soluzione insieme alla Lega, come abbiamo sempre fatto. Sono molto fiducioso. Noi come M5S abbiamo lavorato a una riduzione degli scaglioni e della pressione fiscale attraverso il coefficiente familiare e in questo senso si individuerà un punto di incontro, ne sono certo.
L'importante è non fare facili promesse alla Berlusconi, come rappresentanti dello Stato non dobbiamo mai dimenticarci di avere delle responsabilità nei confronti dei cittadini". Insomma nel governo si riapre lo scontro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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