L'intervento dei leader del centrodestra nella giornata conclusiva di Atreju era previsto per la tarda mattinata prima del discorso finale di Giorgia Meloni ma, ancor prima che i relatori iniziassero a parlare, il tendone era già gremito con decine di persone all'esterno. È la perfetta rappresentazione del successo dell'ultima edizione di Atreju ormai diventato un appuntamento di governo in cui si susseguono gli interventi di tutti i leader della coalizione di centrodestra. La parola d'ordine è una sola: unità e viene da tutti a cominciare dal leader dell'Udc Lorenzo Cesa e di Noi Moderati Maurizio Lupi anticipati da Matteo Salvini (in collegamento perché impegnato al congresso della Lega in Lombardia) e seguiti da Antonio Tajani con anche un intervento di Paolo Del Debbio.
Parlare di unità del centrodestra senza ricordare Silvio Berlusconi significherebbe omettere una parte fondamentale della storia della coalizione come ricorda Antonio Tajani: «sono qui ad Atreju non solo perché è un dovere essere in mezzo agli amici, ma per riconfermare un patto politico firmato nel 1994 sotto la guida di Silvio Berlusconi, che non è un'alleanza elettorale ma molto di più». Tajani ha poi auspicato alle prossime elezioni la coalizione di centrodestra possa arrivare al 51% riuscendo a raggiungere il sogno di Berlusconi.
Il leader di Forza Italia ha inoltre tracciato la linea del partito «il mio compito è andare a occupare uno spazio vuoto: il centrosinistra non esiste più, esiste solo la sinistra, e noi abbiamo il dovere di dire agli elettori delusi da Schlein che c'è un punto di riferimento per questi elettori nel centrodestra. Ma possiamo farlo stando insieme, non si illudano i signori della sinistra che sia possibile una divisione tra di noi».
Matteo Salvini nel suo intervento ha ringraziato Giorgia Meloni per i due anni di governo insieme «abbiamo maturato un rapporto di lavoro che è anche diventato un rapporto di amicizia al di fuori della politica, alla faccia dei gufi e dei menagramo giornalisti che cercano problemi anche quando non ci sono» aggiungendo «noi andiamo avanti fino al 2027 prenotandoci, salute permettendo, fino al 2032, con la formula del 5+5 col passaggio mediano degli elettori». Salvini ha poi ricordato il processo in cui è imputato per il caso Open Arms che si concluderà venerdì 20 dicembre ringraziando gli alleati di governo per il loro sostegno.
Lorenzo Cesa ha invece puntato il dito contro i leader sindacali che «devono stare più attenti a parlare: ho vissuto stagioni molto dure, il povero Marco Biagi ci ha rimesso le penne.
Prima di parlare dovrebbero stare attenti ad aizzare la gente» mentre Maurizio Lupi ha citato Il Signore degli Anelli di Tolkien sostenendo che la coalizione «deve aiutare chi porta l'anello» riferendosi metaforicamente a Giorgia Meloni.Atreju conferma ancora una volta (se mai ce ne fosse stato bisogno) che non solo il centrodestra governa ma la coalizione gode di ottima forma.
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