L'obiettivo non sono le poltrone ma costruire un'alternativa a Conte

L'obiettivo non sono le poltrone ma costruire un'alternativa a Conte

di Marta Fascina*

Dopo la giornata molto tesa vissuta giovedì da Forza Italia è bene fare un po' di chiarezza per sgomberare il campo da ricostruzioni di parte non rispondenti alla realtà. Il presidente Silvio Berlusconi, il 19 giugno scorso, davanti ai gruppi parlamentari riuniti, aveva avviato un percorso di modifiche statutarie per portare Forza Italia a una nuova stagione congressuale finalizzata a rivitalizzare il partito e a rendere contendibili le cariche interne.

A tal fine l'incarico di proporre le modifiche allo Statuto era stato affidato a un comitato di cui facevano parte Antonio Tajani, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, il presidente della Liguria Giovanni Toti e la senatrice Annamaria Bernini. Giovedì scorso il comitato si è riunito e ha approvato a maggioranza delle proposte di modifiche dello Statuto che saranno sottoposte al presidente Berlusconi. Il presidente Toti non si è dichiarato d'accordo su queste modifiche e ha annunciato di voler lasciare il comitato e Forza Italia. Successivamente alla riunione il presidente ha indicato, al posto di Toti, il coordinatore dei coordinatori regionali, Sestino Giacomoni. Anche l'onorevole Carfagna ha avanzato delle perplessità e ha abbandonato la riunione del tavolo dopo pochi minuti rilasciando alla stampa, in un giorno così difficile per il nostro movimento, dichiarazioni molto negative sull'accaduto e su Forza Italia, dando praticamente a tutti l'impressione di volersi dimettere dal ruolo di coordinatore che le era stato assegnato, visto che il compito principale di un coordinatore dovrebbe essere quello di sostenere il partito e di unire e non quello di dividere.

Il presidente Berlusconi non ha rilasciato alcun commento sui comportamenti di Toti e della Carfagna. Il comitato dovrà proseguire sui compiti che gli erano stati assegnati tra cui la preparazione del Congresso nazionale da tenersi entro il corrente anno. Quindi nessun cambiamento rispetto a quanto annunciato dal presidente Berlusconi nella riunione dei gruppi parlamentari il 19 giugno scorso. Mi permetto anche di ricordare, a chi si è espresso negativamente su quanto accaduto, che la missione del nostro partito non è quella di continuare per mesi (sulla falsariga del Partito democratico) a dividersi su organigrammi e poltrone ma, invece, quella di costruire una alternativa credibile al peggior governo della nostra storia repubblicana. Secondo la sottoscritta, tale missione non può che essere condotta dal presidente Berlusconi. Abbiamo una guida che - nonostante le condizioni avverse - alle ultime elezioni europee ha conquistato più di mezzo milione di preferenze e che oggi è l'unico rappresentante di peso del nostro Paese nelle istituzioni comunitarie, che può colmare l'isolamento internazionale cui ci ha ridotti il governo gialloverde.

Tornando al nostro movimento, posto che un leader che dia l'indirizzo politico lo abbiamo e ne dobbiamo essere orgogliosi, si tratta di capire quale debba essere la nostra strategia. Sicuramente dobbiamo continuare nella strenua opposizione al governo Conte denunciando tutti i danni economici, sociali, culturali e giudiziari che ci ha arrecato in poco più di un anno e fare il possibile per mandarlo a casa. Dobbiamo rilanciare sui nostri grandi temi, a cominciare dalla lotta all'oppressione giudiziaria, all'oppressione fiscale, all'oppressione burocratica. Dobbiamo distinguerci dagli altri partiti perché crediamo nella primazia dell'individuo sullo Stato come ci ha insegnato la tradizione giudaico-cristiana. Dobbiamo continuare ad essere gli strenui difensori di una politica estera euroatlantica ma con una rilevante attenzione rivolta alla Russia, partner strategico per la nostra economia, per la lotta al terrorismo internazionale e per diminuire i rischi di una ipotizzabile invasione di massa da parte del continente cinoafricano. Dobbiamo anche diffondere il nostro appello all'Altra Italia, ovvero a quella parte di popolazione silenziosa, di buon senso e di buona volontà, che cerca risposte ai tanti, troppi problemi che attanagliano giovani, famiglie e imprese e il cui grido d'allarme è rimasto inascoltato da parte degli attuali governanti.

Il nostro obiettivo dovrà essere quello di presidiare l'area moderata e liberale del centrodestra italiano, fatta di realtà civiche, società civile, cattolici, laici, riformisti, popolari e di tutti coloro che negli ultimi tempi si sono rifugiati nell'astensione perché distinti e distanti da una politica sbagliata, urlata ed includente.

Basta polemiche. Tiriamoci su le maniche e lavoriamo tutti insieme per ritornare a vivere nell'Italia che vogliamo, un Italia veramente democratica, libera e prospera.

*onorevole di Forza Italia

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