"L'Occidente non sia il nemico di se stesso: è il mondo migliore"

L'intellettuale: "L'Ucraina vuole avvicinarsi alla libertà di scelta, dal pensiero al sesso"

"L'Occidente non sia il nemico di se stesso: è il mondo migliore"

La guerra in Ucraina non è solo l'aggressione di uno Stato libero e democratico da parte di uno Stato che libero e democratico non è. È anche la violenta contrapposizione fra un popolo che rivendica i valori del mondo democratico e un'autocrazia che odia l'Occidente, la sua identità e la sua cultura. Lo ha ribadito ieri sulle pagine del Giornale Marina Berlusconi. E lo conferma Pierluigi Battista, intellettuale non militante, ferocemente critico contro tutti gli autoritarismi, bipartisan nello stigmatizzare la sinistra e la destra illiberali.

La guerra ha smascherato una verità per alcuni fastidiosa: che il sistema occidentale, per quanto indebolito, è l'unica opzione possibile.

«No, non possibile. È l'unica opzione desiderabile. Noi che siamo cittadini di un Occidente libero e democratico dobbiamo essere consapevoli che viviamo nella parte del mondo dove è meglio vivere. Dove c'è la maggiore possibilità di esprimersi, dove la ricchezza non è concentrata in poche oligarchie, dove è possibile criticare, contestare, manifestare. E nello stesso tempo dobbiamo ricordarci che tali risultati libertà e benessere - non sono prodotti del caso, ma di processi culturali lunghi, sofferti e cruenti».

La libertà e la democrazia la Storia non te li regala: li paghi coi secoli e il sangue.

«Certo. Ma alla fine siamo diventati quello che siamo, e che altri popoli vorrebbero essere. E infatti a un certo punto molti Paesi dell'Europa dell'Est, come l'Ungheria o la Cecoslovacchia, che erano stati risucchiati nell'orbita di un pianeta dove erano oppressi, hanno cercato la strada verso l'Occidente».

Come ora l'Ucraina.

«Che vuole avvicinarsi a un mondo libero, in cui si può scegliere cosa pensare e cosa consumare, dove le donne sono emancipate, il voto è libero e i governi non sono totalitari. L'Ucraina capisce la differenza. Alcuni di noi non sempre».

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«Tra le libertà dell'Occidente c'è anche quella di criticare se stesso, diceva Lucio Colletti. Ed è giusto così. Come è giusto il pluralismo delle voci, come è giusto rifiutare la pretesa di incarnare la Verità. Insomma: si possono fare tutte le autocritiche possibili, ma dobbiamo anche capire che dall'altra parte c'è un leader, Putin, che ha come ideologo il Patriarca della Chiesa ortodossa Kirill, il quale dice che la Russia è intervenuta in Ucraina per scacciare Satana... Il dissenso si può accettare, le follie e la menzogna no. Dovremmo tornare all'idea che il sistema in cui la parola, la cultura, la sessualità e il dissenso sono liberi, è l'unico che vale la pena difendere».

Dovremmo. Ma...

«Ma purtroppo, davvero, l'Occidente a volte è il peggior nemico dell'Occidente stesso. E quando la critica non è più critica legittima del proprio mondo ma delegittimazione di tutto ciò che siamo e siamo stati, allora ecco il delirio della cancel culture, che condanna la storia dell'Occidente senza capire che è proprio per via di quegli errori e di quegli orrori che oggi la nostra è la parte del mondo in cui c'è più ricchezza, meno razzismo, la donna è più tutelata, le arti sono più libere L'Occidente non deve solo fare di esami di coscienza, ma anche confronti con altri mondi».

E invece di cancellare le intolleranze di oggi si vogliono cancellare quelle di ieri.

«In maniera unidirezionale, poi. Mai sentito uno di quelli che vuole usare lo schwa denunciare chessò? la lapidazione nei Paesi islamici o prendere le parti degli omosessuali palestinesi che da Gaza scappano in Israele. Serve una battaglia cultuale per ribadire chi siamo e che il nostro mondo, imperfetto quanto si vuole, è preferibile agli altri. Altrimenti non si capirebbe perché le correnti migratorie puntano in Europa o negli Usa, e non verso la Russia Chi vuole entrare in Occidente non cerca solo il benessere materiale, ma anche una società più libera e pluralista. Cosa che ai filo-putinisti non piace».

Chi sono i filo-putinisti?

«Da una parte è la destra illiberale: un pezzo del mondo che ruota attorno a Salvini o a Marine Le Pen, cosa che poi spinge molti a scegliere con rassegnazione Macron... E dall'altra la sinistra illiberale costituita dai nostalgici dell'Urss e dall'Anpi, una associazione partigiana senza più partigiani che non capisce il valore della Resistenza ucraina... Insomma la sinistra ancora legata alla mitologia comunista che non ha digerito il crollo del Muro. In un caso come nell'altro la difesa dei valori occidentali si ferma davanti alla fascinazione irresistibile per l'autoritarismo. Come se i modi sbrigativi di Putin siamo preferibili alle complicazioni naturali della democrazia».

Al fascino per quella

Russia a volte si affianca il fascino per certa Cina

«A cui è ancora più difficile resistere: lì si sommano autoritarismo e sviluppo economico. La Russia ha gas e petrolio; la Cina il dominio dei mercati e il 5G».

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