A 34 anni dall'attentato che fece esplodere un aereo della Pan Am mentre sorvolava l'area di Lockerbie, in Scozia, l'uomo sospettato di aver fabbricato la bomba che provocò la morte di 270 persone è nelle mani delle autorità americane. L'annuncio è arrivato dalla Scozia, ma a stretto giro anche il dipartimento di Giustizia Usa ha confermato la notizia: «Gli Stati Uniti hanno preso in custodia il presunto fabbricante di bombe del volo Pan Am 103, Abu Agila Mohammad Masud Kheir Al-Marimi», ha detto un portavoce, precisando che il cittadino libico dovrebbe «fare la prima apparizione presso il tribunale federale per il distretto di Columbia, a Washington».
Circa due anni fa gli Usa hanno accusato Abu Agila Masud per il suo presunto coinvolgimento nell'attentato del 21 dicembre 1988 sul Boeing 747, distrutto mentre era in volo da Londra a New York (189 vittime erano cittadini americani): il mese scorso è emerso che era stato rapito da dei miliziani in Libia, e si ipotizzò che sarebbe stato consegnato alle autorità americane per essere processato. L'esplosione dell'aereo, che precipitò sul villaggio di Lockerbie, provocò la morte di tutte le 259 persone a bordo - passeggeri e membri dell'equipaggio - mentre altre 11 persone furono uccise dai rottami del jumbo che caddero sulle loro case. Rimane l'attacco terroristico più mortale che abbia mai avuto luogo sul suolo britannico. Il libico Abdelbaset Ali Mohmed al Megrahi è stato accusato insieme ad Al Amin Khalifah Fhimah di aver collocato esplosivi in una cassetta portatile e in un lettore radio che si trovava all'interno di una valigia sull'aereo. Nel 2001 al Megrahi fu condannato all'ergastolo come ideatore dell'attentato, dopo un processo in un tribunale scozzese convocato nei Paesi Bassi, per garantire campo neutro come chiesto dal governo di Muammar Gheddafi, che negava ogni coinvolgimento. Fu rilasciato (tra le polemiche) per motivi umanitari da Edimburgo nel 2009 dopo la diagnosi di cancro alla prostata, venne accolto come un eroe in patria e visse molto rispetto a diagnosi che lo davano in fin di vita. Morì in Libia nel 2012 a 60 anni. Fhimah, invece, è stato assolto.
Un portavoce della procura reale scozzese ha fatto sapere che «pm e polizia scozzesi, in collaborazione con il governo del Regno Unito e i colleghi americani, continueranno a portare avanti l'indagine, con l'unico scopo di consegnare alla giustizia chi ha agito insieme ad Al Megrahi».
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