Il giorno che la giunta lombarda vara le linee guida per l'esecuzione dei test sulla popolazione, caso vuole che la Procura apra un fascicolo proprio sugli stessi test.
Premessa obbligata da cui partire che «la qualità e l'affidabilità di un test dipendono in particolare dalle due caratteristiche di specificità e sensibilità, e pertanto è fortemente raccomandato - si legge nel testo della delibera - l'utilizzo di test del tipo CLIA e/o ELISA che abbiano una specificità non inferiore al 95 per cento e una sensibilità non inferiore al 90 per cento, al fine di ridurre il numero di risultati falsi positivi e falsi negativi». Le indicazioni nazionali precisano che i test basati sull'identificazione di anticorpi IgM e IgG specifici per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, secondo il parere espresso dal Comitato tecnico scientifico istituito presso il Dipartimento di Protezione civile, «non possono, allo stato attuale, sostituire il test molecolare basato sull'identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei, secondo i protocolli indicati dall'OMS». Meno «indicativi»i test rapidi (eseguiti su sangue capillare), essendo di natura puramente qualitativa. Tradotto: indicano solo la presenza o assenza di anticorpi, ma non la loro tipologia, se neutralizzanti o meno.
I test potranno essere eseguiti da laboratori pubblici e privati. Le aziende potranno decidere di fare screening con laboratori privati, ma questi dovranno dare loro la garanzia di fornire tamponi per almeno il 10 per cento delle persone esaminate, percentuale che in genere risulta positiva agli anticorpi e deve essere sottoposta a tampone per verificare l'eventuale presenza di un'infezione ancora attiva.
L'eventuale positività al test dovrà essere comunicata all'Ats di residenza del soggetto e comporta l'avvio del percorso di sorveglianza di caso sospetto. Per il servizio sanitario regionale i test sierologici saranno utilizzati per la valutazione epidemiologica della sieroprevalenza della popolazione generale, aderendo allo studio proposto dal Ministero della Salute, e per la riammissione nella vita sociale delle persone poste in isolamento domiciliare durante la fase del lockdown.
Intanto la Procura apre un'inchiesta proprio sui test sierologici lombardi. Il fascicolo conoscitivo, coordinato dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli che guida il pool che si occupa di Pubblica amministrazione e corruzione, e dal pm Stefano Civardi, intende fare chiarezza in particolare la scelta di Regione Lombardia di incaricare con affidamento diretto (senza gara) la multinazionale Diasorin della sperimentazione dei test di ricerca degli anticorpi da Covid-19. Il protocollo è stato portato avanti in collaborazione con il Policlinico San Matteo di Pavia.
L'inchiesta nasce sulla base di un esposto presentato da un'azienda concorrente della Diasorin, la TechnoGenetics. I test dell'impresa scelta dal Pirellone, e sviluppati dal San Matteo, erano partiti il 23 aprile scorso.
Nel frattempo la TechnoGenetics, che ha sede a Lodi, ha però denunciato di essere stata esclusa illegittimamente dall'affidamento e ha anche presentato un ricorso al Tar (con udienza fissata proprio oggi) contro l'affidamento diretto alla concorrente di Saluggia, in provincia di Vercelli. Si contesta nel dettaglio l'accordo esclusivo sottoscritto dalla Regione il 26 marzo. Le indagini sono state affidate dai pm al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza.
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