L'ombra delle baby gang sulle Tre Torri di Milano: botte e rapine a coetanei

Fermati quattro minori, tra i 15 e i 17 anni. Due colpi messi a segno in un'ora e mezza

L'ombra delle baby gang sulle Tre Torri di Milano: botte e rapine a coetanei

La prima banda di ragazzini decisi a fare i piccoli criminali e finiti nei guai nella zona di City Life - quartiere alla moda nel cuore della riqualificatissima zona Fiera - era stata bloccata un mese fa. Erano in quattro, tra cui una ragazzina, venivano tutti dell'hinterland milanese, rapinavano i coetanei armati di coltelli e tra loro c'era anche un 12enne, calcolato «custode» delle lame perché - qualora qualcosa non fosse andato come avrebbe dovuto nei piani, il più «piccolo», pur trovato in possesso del grosso del malloppo - non sarebbe risultato imputabile.

Un precedente che, in qualche modo, deve aver fatto scuola, non fosse altro per la zona da prendere di mira, lontana dai soliti circuiti del centro dove i ragazzi, ubriachi e violenti, si affrontano nelle notti dei fine settimana di questo particolarissimo prologo di primavera milanese in procinto di lasciarsi alle spalle la pandemia.

Domenica alle 23 è stato ancora grazie ai poliziotti delle «Volanti» dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico (Upgs) della questura di Milano che un 17enne, due 16enni e un 15enne - tutti nati in Italia, anche se due di loro sono di origine sudamericana - sono stati portati al Centro di prima accoglienza (Cpa) di Roma, accusati di rapina aggravata in concorso. Li hanno bloccati in piazzale Giulio Cesare, dopo che, poco prima, avevano accerchiato due ragazzini italiani coetanei (sono entrambi 17enni) e, dopo averli spintonati, erano riusciti a portare via 60 euro a uno e 50 all'altro. La polizia scoprirà che due ore prima sempre gli stessi quattro, poco lontano da lì, in via Michelangelo Buonarroti, avevano rapinato 50 euro a un altro 16enne italiano, dopo averlo minacciato con un coltello. La lama verrà trovata addosso al rapinatore più giovane, il ragazzino di 15 anni, insieme ai soldi arraffati alle vittime: proprio com'era successo per la banda fermata ad aprile. Anche se stavolta (sorpresa) il minore è l'unico del gruppetto ad avere già dei precedenti alle spalle.

La domenica milanese si era rivelata però movimentata già a partire dalla mattina. Quando, alle 10.30, la polizia era dovuta intervenire in via Giacosa - ai margini del parco Trotter, nella zona che collega viale Monza a via Padova, a nord della città - quando alcuni testimoni avevano chiamato il 112 segnalando una lite, alla quale stava prendendo parte anche un giovane uomo armato, con un coltello in pugno. All'arrivo della polizia c'era stato il solito fuggi fuggi generale, ma gli agenti erano comunque riusciti a fermare e a identificare nove dei presenti, che evidentemente non avevano preso di buon grado la presenza degli uomini in divisa. Così dal gruppo erano partiti pesanti insulti e minacce. Al termine dell'intervento, i poliziotti hanno denunciato quattro uomini - tre peruviani di 25, 26 e 23 anni e un 34enne dell'Ecuador - accusati di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

Una Milano in subbuglio, insomma, sempre più agitata e violenta. E dove ieri mattina un turista è stato rapinato in stazione Centrale da due stranieri. Una coppia di poliziotti, proprio mentre si apprestava a iniziare il turno di lavoro, ha notato due malviventi avvicinare e abbracciare amichevolmente il turista, come fossero amici di vecchia data, per poi allontanarsi molto velocemente. L'uomo si è accorto subito di essere stato derubato del cellulare, così ha chiamato la polizia. È stato così che gli agenti si sono messi immediatamente alle calcagna dei ladri, riuscendo però a bloccarne solo uno, un algerino di 19 anni, risultato poi pregiudicato e irregolare sul territorio.

Il complice, invece, dopo aver sferrato un pugno a uno degli agenti, è riuscito a fuggire. Mentre il tunisino veniva portato nel carcere di San Vittore, l'agente aggredito è finito in ospedale con una contusione toracica che guarirà in tre giorni.

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