L'Oms esalta l'Italia del Covid (ma i positivi salgono ancora)

Un video: "Voi, colpiti per primi, avete avuto forza". Ieri 1.912 nuovi casi, record da maggio. Venti i morti

L'Oms esalta l'Italia del Covid (ma i positivi salgono ancora)

Nel giorno in cui l'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, celebra l'Italia con un vibrante video in cui esalta il modo in cui abbiamo affrontato la pandemia, registriamo un lieve aumento dei contagi ma ci manteniamo ancora sotto quota 2mila, mentre il resto dell'Europa è alle prese con pallottolieri molto più grandi del nostro. Una figuraccia storica evitata, anche se 1.912 contagi contabilizzati ieri sono pur sempre il dato peggiore dal 1° di maggio, un'era pandemica fa, quando furono 1.965 i casi. Però allora i morti di giornata erano 269 e oggi solo 20.

La giornata numero 217 dall'inizio ufficiale dell'emergenza Covid in Italia si era aperta con un tweet in cui l'Oms racconta il romanzo italiano dell'epidemia: «L'Italia è stato il primo Paese occidentale a essere stato pesantemente colpito da Covid-19. Il governo e la comunità, a tutti i livelli, hanno reagito con forza e hanno ribaltato la traiettoria dell'epidemia con una serie di misure basate sulla scienza», il messaggio che accompagna un video di 4 minuti e 32 secondi in cui scorrono immagini che hanno scolpito le nostre anime di graffi profondi. Poi nel pomeriggio viene recapitato un altro tweet del dg dell'Oms, Tedros Ghebreyesus con complimenti ad personam al ministro della Salute Roberto Speranza «per la sua leadership, per la sua compassione e per l'impegno nel combattere Covid-19 proteggendo la salute degli Italiani. L'Oms è con l'Italia».

Ma nel pomeriggio arrivano anche i numeri di giornata a ricordarci che la battaglia contro il Covid l'abbiamo finora combattuta piuttosto bene ma non l'abbiamo ancora vinta. Ieri come detto 1.912 nuovi casi (giovedì erano stati 1.786), dei quali 277 in Lombardia. Seconda la Campania con 253, regione dove l'appena rieletto governatore Vincenzo de Luca torna sceriffo e in una delle sue celeberrime dirette Facebokchiede ai suoi corregionali di rispettare le regole: «Se tra 3 o 4 giorni verificheremo con i nostri epidemiologi che la curva del contagio, anziché stabilizzarsi o scendere si aggrava, noi chiuderemo tutto. Se l'alternativa è passeggiare in allegria o avere i morti per strada, io credo che non ci siano dubbi».

Il numero dei tamponi è più basso di giovedì, 107.269 (erano stati 108.019) e di conseguenza l'indice di positività più alto degli ultimi giorni (1,78 per cento). Venti come detto i morti, dei quali quattro in Veneto e solo due in Lombardia. Gli attualmente positivi sono 47.718 (+938) dei quali 44.737 in isolamento domiciliare (+934), 2.737 ricoverati in reparti ordinari (+6) e 244 in terapia intensiva (-2). Dopo poco ecco il report settimanale dell'Istituto Superiore della Sanità: ci dice che ci sono «importanti segnali di allerta», che nel periodo 3-16 settembre l'Rt è stato dello 0,95, che il virus circola ovunque, che in dieci regioni i contagi sono in aumento, che ci vorranno due o tre settimane per vedere gli effetti della riapertura delle scuole.

Il tranquillo veleggiare di luglio verso il contagio zero è un ricordo. La Svizzera inserisce la Liguria tra i territori provenendo dai quali serve la quarantena (e la regione replica: «Dati interamente ascrivibili al cluster spezzino»). Per questo a qualcuno pare prematura la riapertura degli stadi. Mentre l'Italia ci pensa, proprio l'Oms avvisa: «La cautela è d'obbligo».

Da più parti gli scienziati avvertono che si tratta di un grande rischio e anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che qualche giorno fa aveva immaginato un Olimpico con 20-25mila tifosi, tira il freno a mano: «Si può organizzare una apertura progressiva con pochi spettatori e piano piano incrementare a seconda dell'andamento dell'epidemia». Forza Covid.

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