Il look in camicia bianca fa a pugni col bon ton

Premesso che ella moda non c'è nulla di assoluto - Coco Chanel diceva che deve morire perché viva il commercio. - c'è qualcosa di assodato a proposito della camicia bianca nel guardaroba maschile, consacrata nella foto di gruppo dei leader europei dei partiti di sinistra in camicia candida come Matteo Renzi alla festa dell' Unità di Bologna: non fa notizia e neppure primavera. È un classico e come tale trascende le mode e le stagioni. La sua presenza da alcuni intesa come un vago segnale di neo-dandismo, per i più è come la mozzarella sulla pizza: scontata. Di certo non dovrebbe fare status se è vero che una camicia bianca non trasforma Totò Riina in Marlon Brando. Non a caso fino al 1700 questo elemento del vestire maschile era considerato un pezzo dell'abbigliamento intimo di cui esibire solamente il colletto. Da qui la regola che non è buona educazione apparire in pubblico o togliersi la giacca al cospetto di una signora.

Cose d'altri tempi, viste le recenti performance di maniche arrotolate e orgoglio preppy esibiti da premier e neosegretari di partito. Trattasi di un gesto che vuole comunicare più che la distanza dalle regole del formale, quella dalla rigidità in fatto di scelte economiche. Eppure c'è di che far storcere il naso ai sacerdoti dello stile: negli ultimi cento anni gli uomini che hanno lasciato traccia della propria eleganza non hanno quasi mai trasgredito l'etichetta che impone la camicia bianca sotto alla giacca, le punte del colletto coperte dai revers, i polsini più lunghi di un centimetro rispetto alle maniche della giacca, e neanche a dirlo bottoni chiusi. Il primo a uscire dal seminato fu Gianni Agnelli che introdusse la moda dell'orologio allacciato sul polsino. Oggi la camicia bianca, secondo Armani, serve a umanizzare il look totale e quindi va inserita in un contesto. Non a caso re Giorgio pochi mesi fa, aveva punzecchiato il nostro premier. «Renzi è adorabile, ma con quella camiciola bianca... non va bene fare del giovanilismo in mezzo ai signori in scuro, cosa vuol provocare? Sì, anche Obama resta in camicia ma la porta con la cravatta e ha un tocco un po' sexy», disse. Ma la sua critica è rimasta inascoltata perché nel frattempo nulla è cambiato, tranne il fatto che il premier fra i signori vestiti di scuro a Cernobbio questa volta non ci è andato. Tornando a quelli in camicia candida - in un riservato tête à tête la freschezza del lino e un profumo leggero d'oceano o di spezie orientali possono far girare la testa - non c'è nulla da dire perché, come affermano gli inglesi, quest'immagine è established . L'esercizio di stile che i designer possono osare sulla stessa è molto relativo a parte la scelta di tessuti più leggeri e tecnologici ideali per definire una silhouette degna di corpi ben scolpiti. Poco è cambiato in fatto di colli, elemento fondamentale, che continuano a proporsi alla francese, rigidi con le bacchette, botton down o soft roll , un'esclusiva di Brooks Brothers, il celebre brand americano che ha vestito quasi quaranta presidenti, alla coreana o a linguetta come amava indossare il principe di Galles.

Detto questo, è legittimo chiedersi quanto durerà la mania esibizionista e compiaciuta del «rimbocchiamoci le maniche». La situazione è grigia sia per i colletti bianchi sia per quelli blu.

Il numero dei giovani senza lavoro cresce in modo inesorabile e forse nessuno ha voglia di mettersi in camicia bianca perché quel che sarebbe per la generazione di felpe&sneaker, un segno distintivo di stile e buongusto, non corrisponderebbe al loro sentire. Perciò le maniche, e non solo delle camicie bianche, se le rimbocchi chi deve e dimostri, contrariamente a quanto affermava Oscar Wilde, che l'eleganza non si concentra nella camicia ma nella testa e nella coscienza.

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