L'età di mezzo come boa per invertire la rotta nella tempesta e domare l'ondata di contagi. Più banalmente, una linea invalicabile se non puoi contare su un super certificato come lasciapassare per una vita (quasi) normale. Da quando il governo ha stabilito l'obbligo vaccinale per tutti gli over 50, è in corso l'autoanalisi collettiva di una generazione. Se l'emergenza nelle diverse fasi ahinoi sperimentate ha messo sotto i riflettori prima la terza età, poi i sessantenni fino a toccare anche giovani e bambini, la necessità di dover introdurre nuove regole per limitare gli effetti della pandemia investe una platea finora rimasta nell'ombra. E che adesso, volente o nolente, si risveglia al centro dell'attenzione.
Chiunque frequenti i social network se n'è accorto: scorrendo profili e bacheche virtuali, i cinquantenni dibattono - e qualcuno, come al solito, si azzuffa - su protocolli e procedure, ma in fondo il decreto appena varato è solo un pretesto per riflessioni e bilanci anagrafici. Sarà pur vero che «i quarant'anni sono la vecchiaia della giovinezza, ma i cinquant'anni sono la giovinezza della vecchiaia» (se non condividete, prendetevela con Victor Hugo), però mai come in questi tempi di filtri Instagram i nati in zona 1971 sono da considerarsi alle porte di una nuova stagione della vita, oltre le utopie giovanilistiche. Certo, nel mondo del lavoro c'è poco da spassarsela: troppo in anticipo sulla tabella di marcia per ragionare di meritata pensione; drammaticamente in ritardo quando perdono il posto e sono costretti a ricominciare daccapo, se non finiscono intrappolati nella casella degli «esodati» di fatto. Le imprese li chiamano «lavoratori esperti», ma chi oggi assumerebbe un cinquantenne da zero?
Questioni cadute nel vuoto da anni ormai, la politica è sempre concentrata su altre priorità. Guai e preoccupazioni che restano sullo sfondo, qui dopotutto si parla solo di obbligo vaccinale e di sicurezza in uffici e fabbriche, sperando che basti un siero e un codice sul telefonino per dribblare la variante Omicron. Intanto oltre otto milioni di lavoratori over 50 dovranno familiarizzare con le norme, soprattutto quei 2,3 milioni di non vaccinati (dati Gimbe), anche se nessuno sa quanti siano gli irriducibili No Vax e chi invece ha una reale esenzione.
Importa relativamente, d'ora in poi i cinquantenni rampanti di «rafforzato» non dovranno mostrare solo il green pass, ma l'orgoglio di una fetta strategica della popolazione chiamata all'ennesimo atto di responsabilità per salvare - sì, ancora una volta - il Paese.
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