Can che abbaia non morde e la sinistra Pd, quella che voleva mordere, ha solo abbaiato. L'Italicum è passato grazie ai seggiolini vuoti. Ma quindi, che fine farà il nostro voto?
Prima di iniziare una premessa: L'Italicum è valido per la sola Camera dei deputati. Alla domanda «e che fine farà il Senato con i suoi saggi senatori?» per ora, ancora non si può rispondere. Sono due le probabili certezze. La prima: il Senato non sarà composto da eletti ma da nominati. La seconda: i senatori saranno 100, tra sindaci e consiglieri regionali, scelti dagli stessi consigli regionali (andiamo bene).
Una sorta di Bundesrat tedesco. Una sorta di vorrei ma non posso all'italiana. Poiché la legge sul Senato è ancora in cantiere e quindi dovrà ancora essere traghettata da Caronte su e giù per il centro di Roma, si è deciso che l'Italicum entrerà in vigore a partire da luglio 2016. Altro asso nella manica di Matteo Renzi? Dunque, Italicum: istruzioni per l'uso.
Collegi plurinominali
Dividete l'Italia in 100 parti, in gergo politico chiamati collegi. Ogni collegio eleggerà da 3 a 9 deputati (per questo si chiamano plurinominali) secondo un metodo proporzionale (vale a dire secondo una distribuzione dei seggi tra i partiti rispondente ai voti ricevuti da ogni partito). Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige saranno escluse dal sistema proporzionale: lì si voterà in nove collegi uninominali, come già previsto dal Porcellum. Il totale dei deputati rimane invariato rispetto a quello odierno: 630. Ma c'è un «ma».
Premio di maggioranza
Il «ma» è che sistema proporzionale sarà fortemente modificato da un premio di maggioranza molto forte che allevierà la rappresentanza proporzionale in Parlamento. La motivazione è semplice. Per governare serve la maggioranza; per governare bene serve una grande maggioranza. Chi arriva prima prende il 55% dei seggi e avrà quindi 340 deputati. È prassi in Inghilterra, Francia, Germania. Ma come si arriva primi?
Doppio turno
Per vincere il tesoretto, che non è quello che dice di avere Renzi, ci sono due strade: la veloce e il duello. La seconda consegue al fallimento della prima. La veloce prevede che la lista che raggiunge il 40% dei voti, riceverà il tesoretto di cui sopra. In caso di prestazione non soddisfacente si passa al duello. Unica regola: vietati accoppiamenti ad interim. Le prime due liste, e solo loro, passano il primo turno. Chi vince governerà bene, chi perde si distribuirà i seggi in maniera proporzionale con i restanti partiti.
Capilista bloccati
Le liste presentate da uno o più partiti hanno il primo capolista bloccato, vale a dire scelto dal partito, e che entrerà «d'ufficio» in Parlamento. Gli altri sono scelti tramite preferenze. I partiti, nello stilare la lista nera dei loro capibranco blindati, non potranno avere una rappresentanza dello stesso sesso superiore al 60%. La Boldrini spera che il 60% siano donne, la realtà è che saranno al 60% uomini.
Ogni elettore potrà esprimere due preferenze di sesso diverso, pena la nullità della seconda. Prima sono eletti i capilista bloccati poi, se avanzano posti, si procederà con i successivi candidati in ordine di preferenza.
Candidature plurime
I capilista blindati possono presentarsi fino a 10 collegi. Quindi i big-capilista entreranno sicuramente e inoltre, in base a dove preferiranno alloggiare, avranno in pugno la sorte dei secondi arrivati.
Soglie di sbarramento
Fissa al 3%. Saranno ben felici Ncd e Fratelli d'Italia.
Mattarella firmerà, la Boschi controfirmerà e i cani staranno a cuccia in attesa di un nuovo pretesto per fare cagnara.
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