L'orgoglio di Berlusconi "Siamo noi i continuatori della tradizione liberale"

Nella "pillola quotidiana" il leader azzurro racconta "un movimento politico che rappresenta l'Italia che lavora e che produce"

L'orgoglio di Berlusconi "Siamo noi i continuatori della tradizione liberale"

Un partito realmente liberale che sia testimone e continuatore e di quella tradizione. Una forza che cerchi di salvaguardare i diritti fondamentali della persona al contrario di chi vuole aumentare il peso dello Stato e diminuire le libertà individuali. Una realtà che metta al centro la sovranità del cittadino-consumatore e il suo naturale desiderio di migliorare la propria condizione, mettendolo nelle migliori condizioni per sviluppare il suo potenziale. Ma al contempo lavori per convincere gli alleati ad ancorare la coalizione di centrodestra, pur nella sua pluralità di indirizzi, al Partito Popolare Europeo. Una operazione per la quale Berlusconi può farsi garante in maniera naturale e nella quale si è già detto disponibile a impegnarsi.

É questa la bussola che Silvio Berlusconi ha cercato di seguire nel corso della sua avventura politica. Un bagaglio «ideologico» che negli alti e nei bassi della storia del partito di Piazza San Lorenzo in Lucina non si è mai svuotato e da cui il Cavaliere continua a estrarre strumenti e ispirazione. Così l'ex premier per la sua quotidiana pillola del programma per una volta si allontana dal palinsesto delle sue proposte elettorali e decide di stampare una sorta di biglietto da visita politico, oscillando tra presente e passato. «Oggi vi voglio parlare di noi, di Forza Italia, di chi siamo e chi rappresentiamo» dice Berlusconi nel video pubblicato su Facebook. «Noi come movimento politico - afferma - rappresentiamo l'Italia che lavora e che produce, l'Italia di buon senso e di buona volontà, l'Italia seria, concreta, per bene, l'italia della famiglia e dell'impresa. E in Italia siamo gli unici testimoni e gli unici continuatori della tradizione liberale, della tradizione cristiana, garantista, europeista, atlantista». Berlusconi rivendica il costante sforzo, spesso coronato da successo, di abbassare le tasse. «Tra i 67 governi che si sono succeduti nei 74 anni della nostra Repubblica, siamo stati noi i soli - ricorda - a non aumentare le tasse, anzi, abbiamo abbassato la pressione fiscale sotto il 40%, la stessa che oggi è al 43,6%. Siamo stati noi a mantenere la disoccupazione sotto la media europea. Siamo stati ancora noi i soli a investire convintamente sul Sud. Siamo stati noi i soli a dare una speranza ai giovani e ad abolire il servizio militare obbligatorio».

L'excursus storico si rivolge anche orgogliosamente verso la politica estera, così come verso le politiche di contrasto all'immigrazione irregolare, obiettivo perseguito attraverso una politica di accordi con i Paesi di partenza. «Siamo stati noi i soli, grazie a dei trattati con gli Stati africani nel Mediterraneo ad impedire la partenza dei migranti e ad azzerare gli sbarchi dei clandestini. Questo è avvenuto - continua l'ex premier - prima che la sinistra permettesse l'invasione incontrollata. Con il nostro governo, nel 2010, siamo arrivati ad avere in Italia solo 4.100 clandestini». «Con la nostra straordinaria politica estera, siamo tornati - rivendica Berlusconi - a far sentire la voce dell'Italia nel mondo, riuscendo a mettere d'accordo nel 2002 gli Usa, la Federazione russa e tutti i Paesi della Nato, per porre fine alla guerra fredda, che ci aveva angosciato per più di cinquant'anni.

Io dico che, davvero, noi possiamo essere orgogliosi di ciò che siamo riusciti a fare nei quasi dieci anni di nostra responsabilità a palazzo Chigi. Contiamo naturalmente, se ci darete il vostro sostegno con il voto, di essere ancora protagonisti di un comune grande futuro».

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