L'orgoglio forzista e l'ancoraggio al Ppe. "L'Europa siamo noi e la Ue ci dà fiducia"

Ma poi guardate, dice Tajani a metà del suo discorso, e la voce gli si alza, "che la Ue siamo noi"

L'orgoglio forzista e l'ancoraggio al Ppe. "L'Europa siamo noi e la Ue ci dà fiducia"
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Ma poi guardate, dice Tajani a metà del suo discorso, e la voce gli si alza, «che la Ue siamo noi». Sì, insiste, «siamo noi di Forza Italia a tenere legato questo Paese all'Europa», siamo noi i moderati, lo snodo chiave, il punto di equilibrio, il centro di gravità permanente. «Siamo noi quelli di cui si fidano a Bruxelles, e lo dimostrano i messaggi, gli interventi, gli attestati di stima che stanno arrivando. Le parole di Weber, von der Leyen, Metsola, Lopez confermano infatti quanta attenzione ci sia nell'Unione per quello che Fi potrà fare. Non li possiamo deludere». Altro che partito in estinzione. «Il nostro leader è scomparso da qualche mese e ci davano destinati all'emarginazione politica, invece eccoci qui, abbiamo il futuro davanti».

Acclamato, commosso, emozionato, il segretario riceve l'appoggio della presidente del Parlamento europeo. «Antonio è un vero amico, un leader efficace, continuerà a fare benissimo. Vi auguro un grande successo alle elezioni di giugno, anzi ne sono certa, perché mai come oggi abbiamo bisogno di una Forza Italia forte in una Ue forte». Di fronte, spiega Roberta Metsola, ci sono sfide difficili che dobbiamo affrontare insieme. La difesa dell'Ucraina innanzitutto. Giorgia Meloni infatti presiede il G7 da Kiev e il ministro degli Esteri assicura che «li sosterremo per tutto il tempo necessario». Ma non tira una buona aria. «La Russia ha scelto la sfida all'Occidente e la repressione, la morte di Navalny ci riporta ai metodi spietati dell'Unione Sovietica. Poco importa se sia stato un killer o le condizioni carcerarie, sempre di omicidio si tratta».

Insomma, «il Putin di Pratica di mare», quello che firmò l'intesa con gli Usa grazie alla mediazione di Silvio Berlusconi, «non esiste più» e dobbiamo prenderne atto. Concetti simili, a due anni dall'invasione, li esprime pure la Metsola. «L'Europa non ha altra scelta che stare a fianco dell'Ucraina, è in gioco la sicurezza di tutti noi. Berlusconi e stato lungimirante, portando Fi nel Ppe. Ora tocca ad Antonio». Arriva anche il messaggio di Alberto Nunez Feijòo, capo dei popolari spagnoli. «Tajani è un leader europeo. Una delle voci più forti nella difesa dello Stato di diritto, alleato nelle questioni che toccano il nostro Paese».

Poi, il Medio Oriente. «Siamo amici di Israele - spiega il nuovo segretario - lo abbiamo sostenuto e pianto dopo il 7 ottobre, non lo paragoniamo ad Hamas. Comprendiamo la necessità di reagire, però dobbiamo chiedere di comportarsi secondo regole di umanità perché la Palestina non è Hamas». Anche qui l'intesa con la Metsola appare totale. «La Ue non può restare a guardare. Spingiamo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, per mandare aiuti a Gaza e lavorare alla soluzione due popoli due Stati».

E adesso gli occhi sono alle europee. Obiettivo, al di là della sfida con la Lega, il dieci per cento, soglia psicologica che dimostrerebbe la vitalità di Forza Italia senza il Cavaliere. «Un voto utile per le cose concrete, per rimuovere le lungaggini che bloccano la nostra agricoltura, per rilanciare l'industria». Per le battaglie storiche di Fi, dalla famiglia alla giustizia, sulla scia del moderatismo che rappresenta la pancia del Paese.

In questa luce Tajani legge gli scontri di Firenze. «Se la polizia ha sbagliato, se si sono verificati degli abusi, il Viminale li sanzionerà.

Ma le responsabilità sono individuali e la manifestazione non autorizzata e si dirigeva verso il consolato di Israele, dove c'è stato un attentato. Lo Stato di diritto non vuol dire fare ciò che ti pare e insultare gli agenti». Conclude elogiando Sergio Mattarella, che pure ha criticato le cariche e i manganelli. «Il presidente è un punto di riferimento per tutti».

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