Francesco Perna, 40 anni, napoletano, ha il sorriso che irradia fiducia. Lui per soccorrere gli altri si butterebbe nel fuoco. Letteralmente. Francesco è infatti un pompiere, mestiere che sognava da piccolo e di cui è orgoglioso da grande.
Agli incendi è abituato, ma alle fiamme della guerra no. Anche perché, quello in Ucraina, è un rogo che non si può spegnere con la semplice forza di un estintore; ci vorrebbe un getto ben più potente dell'acqua: un diluvio di pace.
In attesa che le gocce di tregua si trasformino in una cascata che spenga l'invasione russa, Francesco si dà da fare con gli altri volontari di «Stay Human» per offrire sostegno alle vittime del conflitto, in primis donne e bambine.
Una solidarietà che Francesco ha donato negli anni passati in altre situazioni drammatiche: «Ma la realtà a cui stiamo assistendo oggi è di una tragicità senza pari - racconta al Giornale -. Ho due figlie piccole, non potevo girarmi dall'altra parte. Ci troviamo nel pieno di un'apocalisse che finirà nei libri di storia. E quando le mie bambine saranno adulte e mi chiederanno Papà, ma tu in quei giorni di morte e distruzione, cos'hai fatto?, vorrei poter rispondere: Ho dato il mio piccolo contributo».
Come Francesco Perna, sono migliaia gli italiani che non stanno facendo mancare il proprio piccolo (che poi è sempre grande) «contributo».
Peccato per una minoranza di persone che dell'altruismo e della generosità hanno, evidentemente, una concezione distorta, ai limiti del mostruoso.
A testimoniarlo è sempre Francesco che sulla sua pagina social ha riportato alcuni dei post ricevuti da nostri connazionali, desiderosi di «offrire ospitalità» alle famiglie in fuga dalle bombe dell'esercito russo.
Leggendo quelle richieste, abbiamo pensato che si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto.
Perciò - in tempi di dilaganti fake news - abbiamo contattato personalmente Perna il quale, purtroppo, ha confermato la veridicità di una serie di frasi grottesche.
Ed ecco una triste antologia: «Posso ospitare solo un maschietto, magari con gli occhi azzurri»; «Vorrei accogliere ma solo se non hanno problemi fisici o mentali»; «Accolgo solo se possono pagarmi un fitto»; «Posso accogliere ma giusto 3-4 giorni al massimo»; «Ok a mamma e un bambino piccolo ma solo se veramente ucraini»; «Gradirei una ragazza di bella presenza che possa fare da badante a mia madre»; «Vorrei una bambina perché mia figlia è femminuccia e si farebbero compagnia».
«Sono stato tentato di spiegargli l'insensatezza di certe richieste
- ci dice Francesco -, dello squallore dello scegliere nemmeno fossimo al canile, ma poi ho deciso di ridurre tutto in tre parole in maiuscolo: NON SCRIVETEMI PIÙ». E un post scriptum: «Restiamo Umani». Ce la faremo mai?
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