"Non risolve i problemi economici". Esecutivo bocciato da 7 italiani su 10

Premier «inefficace» e «impegnato in altro» per la maggioranza del Paese. Anche il 58% degli elettori Pd si dice insoddisfatto

"Non risolve i problemi economici". Esecutivo bocciato da 7 italiani su 10

L'altalena delle quotazioni borsistiche ha suscitato sconcerto e timori, sia tra gli osservatori esperti delle vicende economiche, sia, specialmente, tra i comuni cittadini. La conseguenza è che le inquietudini per lo stato del sistema economico, non solo quello dell'Italia (diversi analisti paventano una possibile crisi negli Usa), si sono in questi giorni estese e infittite. I dati più recenti delle rilevazioni sull'opinione pubblica del nostro Paese lo provano. Ad esempio, da un sondaggio realizzato nei giorni scorsi da Eumetra Monterosa su di un campione rappresentativo degli italiani maggiorenni, emerge come più di un terzo (il 37%) della popolazione si definisce oggi «molto» preoccupato per la situazione economica dell'Italia. A costoro va aggiunto un altro 50% che afferma di essere comunque «abbastanza» preoccupato. Nell'insieme, dunque, quasi il 90% dei nostri concittadini mostra di provare una più o meno intensa apprensione per l'economia del Paese. Con una significativa accentuazione sia tra le persone in età centrale (cioè nella fase di maggior impegno lavorativo), sia tra le fasce sociali più deboli come i possessori dei titoli di studio meno elevati o i disoccupati.Questo dato sembrerebbe contrapporsi a quello sottolineato anche di recente dal presidente del Consiglio - relativo alla crescita delle aspettative positive (non solo economiche) rilevata negli ultimi mesi tra gli italiani. Infatti l'indice del clima di fiducia dei consumatori registrato dall'Istat ha raggiunto proprio in gennaio il suo massimo, proseguendo un trend di incremento iniziato nell'estate 2015, con una sola battuta di arresto nel dicembre scorso. Ma la contraddizione tra i due indicatori è solo apparente. Difatti alla domanda sulla preoccupazione per «la situazione economica propria e della propria famiglia» (posta nel medesimo sondaggio condotto da Eumetra Monterosa) la percentuale di «molto» preoccupati, pur restando elevata (poco meno del 20%), è sensibilmente inferiore a quella rilevata riguardo al Paese nel suo complesso. Lo stesso accade per gli «abbastanza» preoccupati, che si attestano al 45%. Insomma, mentre il timore per le sorti dell'Italia è dilagante, si ripone relativamente più fiducia nella possibilità di «farcela» a livello individuale o familiare. Si tratta di un divario di percezioni già registrato sovente in passato, che ripropone il tradizionale assegnamento, tipico degli italiani, nella propria capacità personale di arrangiarsi comunque in qualche modo.Questo atteggiamento di tipo individualistico è motivato anche dall'assai scarsa aspettativa in un sostegno efficace da parte delle istituzioni. La sfiducia degli italiani nei confronti di queste ultime, si sa, è molto radicata e pare non tenda a ridursi. Tanto che in risposta al quesito sull'impegno in questo momento del governo nei confronti della crisi economica, la reazione prevalente è di scetticismo. Solo il 17% ritiene che l'esecutivo stia agendo oggi «in modo efficace». Un altro 40% sostiene che sta facendo qualcosa, ma «in modo non efficace». E più di un italiano su tre (il 36%) pensa che il governo «non sta agendo su questo tema perché troppo impegnato su altre cose», affermazione, questa, ancora una volta più frequente tra i ceti relativamente più disagiati come gli operai e i disoccupati.Ciò che colpisce maggiormente, tuttavia, non è tanto la distribuzione complessiva delle risposte in sé ovviamente influenzata dal giudizio generale che ciascuno dà sull'operato dell'esecutivo quanto dalla sua articolazione nell'elettorato dei singoli partiti. Se si può dare per scontato, infatti, che la netta maggioranza dei votanti per Forza Italia e, in misura ancora più accentuata, per la Lega Nord o il Movimento 5 Stelle esprima una critica severa nei confronti del governo, sorprende il fatto che questo stesso atteggiamento sia relativamente frequente anche all'interno del principale partito che esprime l'esecutivo stesso, il Pd. Il 36% dei votanti per questa forza politica afferma infatti che l'esecutivo non sta agendo in modo efficace e un altro 22% ritiene che esso sia troppo «distratto» dalle tematiche non economiche. Nell'insieme, dunque, per quel che riguarda l'ambito specifico dell'economia, la maggioranza assoluta (58%) dell'elettorato del Pd esprime oggi insoddisfazione per l'operato del governo.

Insomma, gli italiani, compresi i sostenitori dell'esecutivo, appaiono impauriti dell'attuale situazione economica specie nei suoi riflessi per il Paese. E insoddisfatti per l'apporto oggi offerto dalle istituzioni. Confidando, più che in queste ultime, nella vecchia, consolidata, abitudine e speranza di «cavarsela» da soli.

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