L'onnipresente Commissione europea ha deciso di aprire una procedura di pre infrazione contro la Regione Lazio perché discriminerebbe le persone di etnia rom nell'assegnazione degli alloggi popolari. Il caso di Casal Bruciato e della famiglia nomade non gradita dai residenti del quartiere tiene ancora banco, mentre Bruxelles chiede a Roma di far luce sulla sua direttiva che riguarda l'uguaglianza razziale. Una mossa che getterà nuova benzina sul fuoco nella già tesa situazione della capitale.
Quello che l'Unione europea contesta all'amministrazione locale è la «richiesta di requisiti quali la residenza e lo sfratto che, per la loro situazione di fatto, (i rom) non sono in grado di dimostrare», ha detto l'assessore regionale al Bilancio Alessandra Sartore. Se dovesse essere avviata una procedura, la Regione Lazio potrebbe ritrovarsi ad affrontare il problema della compatibilità della legge regionale 12/99, che disciplina l'edilizia residenziale pubblica, con la direttiva Ue sull'uguaglianza razziale. Insomma, secondo Bruxelles sarebbe un atteggiamento razzista chiedere ai rom la residenza o lo sfratto per ottenere un alloggio popolare perché loro non sono in grado di dimostrarli. Allo stesso tempo, però, chiedere questi certificati ad altri cittadini non rom è legittimo, anche se fossero dei senzatetto italiani, cioè senza fissa dimora. Se Bruxelles voleva esasperare maggiormente gli animi ha azzeccato la strategia proprio alla vigilia del voto europeo, fornendo un prezioso assist a partiti e movimenti sovranisti.
«Siamo alla follia - ha tuonato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia -. L'Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione contro la Regione Lazio perché secondo loro assegna poche case popolari ai rom. Ecco un motivo in più per andare in Europa per cambiare tutto». E di follia parla anche Matteo Salvini. «La Commissione europea insiste per l'assegnazione delle case ai rom. Follia. Ennesima ragione per votare Lega il 26 maggio», ha detto il ministro dell'Interno, il quale è anche intervenuto alla Camera annunciando che per i disordini di Casal Bruciato 17 persone sono state denunciate per resistenza a pubblico ufficiale. «Dovevano essere assunte decisioni tempestive per difendere le persone in pericolo e tutelare la loro incolumità, mantenendo l'ordine pubblico», ha spiegato il ministro.
In entrambi i casi di intolleranza nei confronti di rom alla periferia di Roma «le forze dell'ordine hanno operato al solo scopo di garantire i diritti delle persone minacciate e tutelare la loro incolumità, prevenendo più gravi conseguenze per l'ordine pubblico e garantendo il diritto a manifestare il dissenso nel rispetto delle leggi, fermo restando il deferimento di coloro che sono identificati come autori di reati». Salvini ha concluso dicendo che «nessun tipo di violenza fisica o verbale sarà mai tollerata né da questo ministro né dalle forze dell'ordine che fanno bene e con coscienza ogni giorno il loro lavoro in tutta Italia».
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