L'Italia affronta l'ultimo miglio nel labirinto che porta fuori dalla pandemia con l'incognita di 8,3 milioni di italiani non ancora vaccinati, tra cui tre milioni di ultracinquantenni, nonostante dieci mesi di appelli a ripetizione e l'introduzione del green pass come strumento - anche, perché no - di persuasione collettiva. All'interno del popolo che finora è sfuggito a qualsiasi richiamo - e non solo nel senso farmaceutico del termine - esistono le situazioni più disparate, ma a preoccupare è lo zoccolo duro dei No Vax per convinzione personale, i più difficili da ricondurre alla ragione o a un minimo di (buon)senso di comunità. Il ministro della Salute Roberto Speranza, sul Corriere della Sera, gioca forse l'ultima carta a disposizione chiamando in causa i medici di base: «Tocca a loro convincere gli incerti».
Un altro pesante carico sulle spalle della categoria che ha rappresentato l'anello «debole» dall'inizio dell'emergenza, non perché non sia un'eccellenza nazionale ma in quanto da sempre in prima linea nella guerra al Coronavirus. Non è bastato il sacrificio di oltre 350 camici bianchi, di cui più della metà medici di base. Sono note le dinamiche che hanno portato al progressivo smantellamento della rete di medicina di prossimità, così come il fatto che le responsabilità di tale disastro siano trasversali ai colori politici. Non si tratta di sostenere rivendicazioni puramente sindacali quando si ammette che ai dottori di quartiere si è davvero chiesto tutto e il suo contrario: ruolo attivo nella campagna vaccinale, rilascio di certificati per l'esenzione dal green pass, aggiornamento della tessera sanitaria, reperibilità 12 ore al giorno anche sette giorni su sette, e l'elenco potrebbe continuare. Non va dimenticato che il 96% dei malati Covid è stato curato a casa proprio dai medici di famiglia. I quali, siamo sicuri, anche questa volta risponderanno all'appello del ministro della Salute rendendo onore alla loro professionalità e al giuramento di Ippocrate. I colleghi scettici sull'efficacia dei sieri o addirittura dichiaratamente No Vax sono già stati messi all'angolo. Una perplessità di fondo, tuttavia, rimane.
Dopo 130mila morti, quattro differenti vaccini al proprio arco, due governi e altrettanti commissari straordinari, nonché svariati milioni di euro spesi per la promozione della campagna vaccinale, se tutto questo non è servito a farci superare nei tempi stabiliti la soglia dell'80% di seconde dosi, allora si resista alla contagiosa tentazione di scaricare a valle l'onere di ciò che non ha funzionato a monte.
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