L'ultima truffa sul reddito grillino. Contanti dal negoziante complice

La Digos smaschera un sistema che sfruttava le carte prepagate ottenute da persone che non ne avevano diritto. Sono 104 gli indagati

L'ultima truffa sul reddito grillino. Contanti dal negoziante complice
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Ad aprile del 2024 siamo ancora qui a parlare di truffe sul reddito di cittadinanza. E senza nemmeno scomodare presunti inghippi fatti oltre confine ai danni del nostro Inps. La truffa, ormai «classica», si compie e si consuma sotto il nostro naso. In questo caso sotto il sole di Caltanissetta. La Procura della città siciliana ha chiesto, infatti, il rinvio a giudizio per 104 persone a vario titolo responsabili di truffa ai danni dello Stato. Una truffa, va detto, resa possibile dalla complicità di una piccola schiera di negozianti compiacenti.

Secondo l'accusa i titolari di alcuni esercizi «compiacenti» invece di vendere prodotti avrebbero dato loro soldi contanti, in cambio avrebbero trattenuto il 10-15% di quanto disponibile nelle carte di debito che vengono distribuite a chi dimostra di avere i requisiti per usufruire del vantaggio economico del Reddito di cittadinanza.

Insomma, si trattava di un insolito sistema per trasformare in contanti i soldi virtuali del reddito di cittadinanza.

Sono 153 i capi di imputazione contestati nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dal sostituto procuratore Stefano Salicano e vistata dal procuratore aggiunto Santo Roberto Condorelli.

Il sistema truffaldino è stato scoperto grazie a una lunga e minuziosa indagine della Digos, coordinata dalla Questura del capoluogo nisseno e denominata «Operazione cash point». Secondo la Procura questo sistema reggeva sulla complicità diretta di alcuni commercianti (nel registro degli indagati per il momento sono finiti due negozianti pakistani e due provenienti dall'Afghanistan). Gli agenti della Digos hanno scoperto che in soli tre mesi il «sistema» ha fruttato oltre 120mila euro.

Negli atti dell'inchiesta sono confluite pure riprese video di esercizi commerciali e di controlli incrociati con Inps, Poste e istituti di credito. Nel procedimento viene considerata anche la posizione di ben venticinque persone di nazionalità straniera che avrebbero dichiarato il falso pur di ottenere il Reddito di cittadinanza. E quindi usufruire della celebre carta elettronica gialla fornita dall'Inps attraverso Poste italiane.

Questo tipo di carta prepagata è stato emesso per effettuare prelievi e bonifici mensili negli uffici postali, nonché di pagare tutte le utenze domestiche, acquistare ogni genere di bene di consumo e/o servizi, a eccezione di alcune specifiche categorie.

Nel caso dell'inchiesta di Caltanissetta gli indagati preferivano essere «rimborsati» con una quota minore di soldi provenienti da queste carte elettroniche, dietro finte transazioni. Un modo, questo, che faceva guadagnare tutti e a perderci ovviamente erano solo le casse dello Stato.

Intanto il gip Graziella Luparello ha fissato per il prossimo 17 giugno l'udienza preliminare.

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