L'ultimo giallo su Kadyrov: "È morto"

Le voci della malattia e il video del leader ceceno: "Bugie". Kiev insiste: deceduto in ospedale

L'ultimo giallo su Kadyrov: "È morto"
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Kadyrov è morto, questa volta però non sembra essere la solita narrazione dei suoi detrattori. La notizia è stata comunicata dal leader d'opposizione cecena Abubakar Yangulbae in serata, rilanciata dall'Ucraina, e non smentita da Mosca. Il comandante di Grozny, che due giorni fa era stato dato gravemente malato, aveva postato ieri mattina, o qualcuno per lui a questo punto, un video dove lo si vedeva in salute mentre passeggiava su una strada di campagna sotto una pioggerellina leggera. Nel filmato consigliava «a tutti coloro che non sanno distinguere la verità dalle bugie di fare una passeggiata all'aria aperta». In serata auto di grossa cilindrata con targa cecena hanno iniziato alla spicciolata a raggiungere l'ospedale militare di Mosca, dove Kadyrov sarebbe spirato per insufficienza renale, mentre elicotteri dell'esercito russo sorvolavano la zona.

Dopo Prighozin il Cremlino starebbe quindi perdendo anche il supporto del macellaio ceceno e dei suoi spietati uomini del battaglione Akhmat, e Putin è costretto a correre ai ripari per raccogliere combattenti. Potrebbe essere Kim Jong-un a fornire soldati alla Russia per sbaragliare Kiev nel Donbass. La notizia, rivelata dall'intelligence di Varsavia, è stata rilanciata da diversi media ucraini. L'accordo sarebbe stato trovato durante il summit di Vostochny e i dettagli verranno definiti a novembre a Pyongyang, nel corso di un vertice dei due ministri della Difesa. Mosca parla di «manovalanza nordcoreana», ma Putin ha bisogno di uomini oltre che di armi per portare avanti l'operazione speciale.

Per il segretario della Nato Stoltenberg non ci sarà una fine rapida della guerra (lo pensa anche il generale Milley): «avremo la pace se il presidente Putin e la Russia deporranno le armi, diversamente i combattimenti andranno avanti per parecchio tempo e il sostegno della Nato a Kiev non verrà mai meno». Più ottimista Zelensky, che ritiene non così lontani «i giorni delle nostre città in pace e in piena sicurezza». Per il ministro degli Esteri russo Lavrov il presidente ucraino «ha poco da festeggiare. L'eventuale fornitura di missili a più lunga gittata da parte dell'Occidente non cambierà l'essenza della guerra». Ma la Finlandia, attraverso la voce del presidente Niinisto, teme un'escalation pericolosa e la minaccia nucleare. Di un possibile tavolo di trattative hanno discusso ieri a Malta il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il consigliere Usa per la sicurezza nazionale Sullivan, anche se il Segretario dell'Onu Guterres non vede maturi i tempi per un «serio dialogo».

Gli sforzi della controffensiva hanno generato un blocco delle unità russe nell'area di Bakhmut, impedendo il loro trasferimento (20mila di 52mila uomini) sul fronte di Zaporizhzhia. In serata Kiev si è ripresa anche Klishchiivka, 10 km a sud di Bakhmut, mentre i russi hanno rallentato l'offensiva verso Kupyansk. Gli invasori che combattono a ridosso della Crimea stanno rafforzando le difese a Tokmok, che diventerà il pilastro della seconda linea di difesa dopo lo sfondamento di Kiev nell'area di Robotyne. Resta l'incognita delle aree minate.

Nella 571esima giornata di combattimenti droni diretti su Mosca sono stati intercettati e abbattuti nei distretti di Ramenky, Oryol

(danneggiato un deposito di petrolio), Tula (colpito un centro logistico), Voronezh e Kaluga. A causa degli attacchi sono stati chiusi per alcune ore gli aeroporti di Domodedovo, Zhukovsky e Vnukovo, con la cancellazione di 37 voli.

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