«Quanto sto vedendo in questi giorni mi fa veramente male al cuore. Per questo mi appello ai miei concittadini e chiedo loro di battersi per un'Ucraina veramente indipendente e fuori da ogni blocco. Devono battersi per un'Ucraina neutrale, ma capace di difendere la propria sovranità nazionale». Mikola Azarov, 75 anni, è stato l'ultimo premier dell'Ucraina durante il mandato di Viktor Yanukovych, il presidente filo russo costretto alle dimissioni e alla fuga il 22 febbraio 2014. A otto anni dal suo addio all'Ucraina Azarov è ancora fermamente convinto che la crisi del Paese e il conflitto del Donbass siano il frutto degli errori commessi da Zelensky e dalla classe politica filo occidentale andata al potere dopo le manifestazioni e gli incidenti di quel fatidico febbraio 2014. «Per anni - sostiene in questa intervista concessa a Il Giornale dal suo esilio russo - ho invocato l'unità di questo Paese e la pace nel Donbass. Per ottenerle bisognava seguire i nostri interessi nazionali e non i consigli Usa, che ci avrebbero portato alla guerra».
La guerra però l'ha iniziata la Russia
«Non scherziamo questa guerra è il risultato delle politiche condotte da Volodymyr Zelensky in questi ultimi tre anni su richiesta dei suoi alleati americani. In questi anni non ha pensato ad altro se non ammassare un tremenda forza militare. C'erano 500 carri armati solo al confine con il Donbass e nel frattempo l'economia andava a rotoli. Decine di miliardi di crediti sono scomparsi e sono finiti nelle tasche dei suoi alleati. Quand'ero primo ministro la nostra economia era livello della Bulgaria, oggi l'Ucraina è il paese più povero d'Europa».
Intanto però Putin sta mandando una delegazione per trattare con lui...
«Trattare con lui è inutile perché è un uomo che non rispetta la parola data. Aveva promesso a Macron e a Scholz di attuare i trattati di Minsk e poi s'è rimangiato l'impegno. Del resto cosa può garantire Zelensky? Anche se accettasse di garantire la neutralità del paese impegnandosi a tenere l'Ucraina fuori dalla Nato non potrebbe farlo perché ormai quell'impegno è stato inserito nella Costituzione».
Cosa bisogna fare per fermare la guerra?
«Convincere Zelensky a dimettersi e andarsene. E assieme a lui deve andarsene l'attuale Parlamento. Il potere deve essere messo nelle mani di un governo provvisorio formato da tecnocrati indipendenti capaci di riscrivere la Costituzione e portare il paese a nuove elezioni per dar vita ad un'Ucraina neutrale».
Lei sarebbe pronto a far parte di quel governo?
«Presto per dirlo. La cosa più importante è metter fine al potere di Zelensky e de-nazificare il paese».
Però intanto Putin sta trattando con lui...
«Usa tutti i mezzi possibili per fermarlo».
Ma c'è un esercito che è pronto a combattere e ha giurato fedeltà a Zelensky
«Per questo il Paese va de-nazificato. Va istituito, come dopo la fine della seconda guerra mondiale, un tribunale in grado di giudicare e condannare le fazioni armate più estremiste».
In Europa e negli Stati Uniti Zelensky è considerato un eroe. Pensa che anche lui si meriti un processo?
«Gli unici a considerarlo un eroe siete voi
giornalisti occidentali. Vi siete dimenticati che solo qualche settimana fa ha proposto di tornare a dotare l'Ucraina di armi atomiche? Se continuate a dargli corda quel vostro eroe vi porterà alla terza guerra mondiale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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