L' Unesco di nuovo ha tradito il suo ruolo assegnando ai palestinesi la tomba dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe con Sara, Rebecca e Leah sita a Hebron. È incredibile: per la terza volta in un mese l'organizzazione dell'Onu per l'Educazione, la Scienza e la Cultura ha consegnato ciò che è indubitabilmente, secondo ogni persona di decente cultura, parte della storia e della cultura ebraica, ai palestinesi: un «sito palestinese della cultura del mondo».
Questo, dopo che a maggio Gerusalemme, la capitale d'Israele, era semplicemente stata strappata alla storia ebraica e dichiarata anch'essa sito palestinese, arabo, islamico e la presenza di Israele in loco solo «occupazione». Non importa se la storia degli ultimi quattromila anni ne fa l'anima ebraica, della letteratura biblica, della storia narrata da Tacito e da Flavio Giuseppe.
Adesso il secondo sito ebraico più importante viene scippato: la tomba dei Patriarchi e delle Matriarche è un episodio commovente della Bibbia, non del Corano, Abramo torna apposta da un viaggio per seppellire sua moglie e compra col primo atto ricordato nella storia un pezzo di terra di Canaan da Efron l'Ittita. Stiamo parlando di tempi in cui l'Islam non era neanche all'orizzonte, e non lo era neppure quando il re Erode (non quello della «strage degli innocenti») fece costruire una magnifica struttura ancora in piedi: anche lui era ebreo. Maometto arriva parecchie centinaia di anni dopo, mentre le tombe erano oggetto di venerazione e di pellegrinaggio ebraico.
Gli ignoranti del World Heritage le collocano nello Stato di Palestina con 12 voti a favore, 3 contro, la Polonia e la Croazia (unici Paesi europei con la Finlandia nel gruppo, ma la Finlandia odia Israele quanto ama l'ecologia) e la Giamaica e 6 astenuti, fra urla e spintoni perché di fatto è stato impedito il voto segreto. Gli Usa minacciano di ritirare i fondi dall'Onu, Netanyahu ha già ritirato un milione di dollari di contributo dalle Nazioni Unite.
L'ambasciatore palestinese all'Onu Ryiad al Maliky ha poco da giubilare dicendo: «L'occupazione del nostro Stato non concede la sovranità su nessun pezzo della nostra terra».
Ma la Storia non ricorda nessuno Stato palestinese salvo quello inventato per contrastare lo Stato d'Israele, con stragi, terrorismo, delegittimazione. La carta straccia delle risoluzioni dell'Unesco insieme a quelle dell'Onu, trabocca ormai dai sacchi della spazzatura della Storia.
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