Il luogotenente al servizio del "metodo Domani"

Incrociando i dati tra le interrogazioni compiute da Striano alle banche dati segrete della Dna e gli articoli pubblicati dal Domani appare lampante che la fonte sono le attività del finanziere

Il luogotenente al servizio del "metodo Domani"
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Un dato è certo: se il Domani non avesse avuto al suo servizio il luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano, assoldato come «gola profonda» all'interno degli uffici della Direzione nazionale antimafia, molti degli scoop realizzati negli ultimi quattro anni dal giornale di Carlo De Benedetti non avrebbero visto la luce. Incrociando i dati tra le interrogazioni compiute da Striano alle banche dati segrete della Dna e gli articoli pubblicati dal Domani appare lampante che la fonte sono le attività del finanziere. Una fonte preziosa, che molti giornalisti avrebbero invidiato. Ma unita ai giornalisti del Domani, secondo l'inchiesta della Procura di Perugia, da un patto criminale in cui entrambi violavano regole e doveri. A parlare sono le cifre: tra il 21 maggio 2018 e il 3 agosto 2022 Striano invia via wetransfer a Giovanni Tizian ben 337 documenti sottratti alla banca dati Sidda, quella che all'interno della Dna custodisce le Sos (Segnalazioni di operazioni sospette) provenienti dall'ufficio antifrodi della Banca d'Italia. Il rapporto inizia quando Tizian è in forza all'Espresso, prosegue e si intensifica quando il reporter approda al Domani come capo dello staff investigativo.

A risultare anomala è una sorta di inversione di ruoli. Nel rapporto consueto tra giornalista e fonte è quest'ultima (pm, poliziotto, quant'altro) a soffiare di sua iniziativa la notizia ghiotta al cronista. Qui invece sembra che avvenisse il contrario: il Domani partiva all'attacco di un bersaglio predeterminato, e chiedeva l'aiuto di Striano, come se la tesi fosse già pronta e servissero solo le pezze d'appoggio per sorreggerla. É quanto accade per esempio nel marzo 2019, quando nel mirino dell'Espresso finiscono gli esponenti della Lega coinvolti nelle vicende russe dell'Hotel Metropol. «Non si va a caccia delle fonti di altri, penso sia sgradevole», disse giustamente Tizian quando un giornale rivale gli contestò le modalità dell'inchiesta. Ma qua a rivelare la fonte è l'indagine della procura di Perugia: è Striano, sempre lui. Il 9 marzo il finanziere manda a Tizian una sos sul tesoriere leghista Giulio Centemero, il 16 aprile una sul commercialista Andrea Manzoni (revisore dei conti della Lega), il 3 settembre una sull'emissario leghista a Mosca Gianluca Savoini, il 5 settembre una su Ernesto Ferlenghi, presidente di Confindustria a Mosca presente al Metropol. Una fonte instancabile, Striano. Quando il Domani cambia obiettivo, la «fiamma gialla» sposta le sue attenzioni sui nuovi bersagli: a novembre 2020 parte l'inchiesta sui camici anti-Covid della Lombardia e Striano manda all'amico giornalista le carte sul governatore Attilio Fontana e sua moglie Roberta Dini, a luglio 2021 tocca a Matteo Renzi e a Lucio Presta, l'agente tv che il giornale accuserà di avere strapagato a Renzi un documentario mai trasmesso. A beneficiare dei favori di Striano, secondo le carte dell'inchiesta di Perugia, sono - oltre a quattro giornalisti di testate minori - anche Stefano Vergine e Nello Trocchia, pure loro in forza al Domani. Ma l'interlocutore privilegiato è Tizian, che da Striano riceve insieme ai file le spiegazioni e i consigli per utilizzarli, «cerca Fazzolari», «Fontana», «Adinolfi», «Foti». Tra il marzo 2019 e il luglio 2022 Striano riceve da Tizian ben quarantadue richieste di ricerche mirate su decine di personaggi noti od oscuri.

La domanda è sempre quella: ci sono segnalazioni di operazioni sospette contro di loro? La risposta a volte è positiva, a volte no.

Il diritto di cronaca non si tocca, e fanno bene i cronisti del Domani a rivendicare di avere fatto solo il loro lavoro. Ma una fonte servizievole come Striano non si era mai vista.

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