I lupi solitari dell'Isis sono tornati a spargere sangue innocente. Un cittadino 32enne originario dello Sri Lanka, ha aggredito e ferito ieri pomeriggio sei persone al supermercato CountDown di Auckland, in Nuova Zelanda. L'assalto è durato non più di un minuto. L'aggressore, intorno alle 14.40 (le 4.40 in Italia), ha prelevato direttamente dagli scaffali di vendita un coltello, sfogando la propria furia omicida contro sei cittadini innocenti. Tre di loro versano in condizioni critiche. L'uomo avrebbe compiuto una strage se non fosse stato neutralizzato dalle forze di sicurezza del centro commerciale intervenute in maniera tempestiva. L'attentatore, giunto in Nuova Zelanda dal 2011, era noto agli inquirenti fin dal 2016 e risultava sotto costante sorveglianza a causa delle ideologie jihadiste. Quell'anno, nel corso di una perquisizione nel suo appartamento, la polizia aveva rinvenuto materiale che inneggiava agli attentati di Parigi e Bruxelles, e sequestrato un fucile ad aria compressa e un coltello da caccia. «Lo conoscevamo bene purtroppo - ha spiegato il commissario di polizia Andrew Coster - ma non è umanamente possibile essere nelle vicinanze di un sospettato in qualsiasi momento della giornata. Siamo intervenuti in maniera rapida, evitando un massacro». Drammatica la testimonianza raccolta dalla tv NewsTalk di Michelle Miller, titolare di un negozio del centro commerciale. «L'aggressore correva per la galleria e colpiva le persone. Ho visto gente a terra, sangue e le urla che hanno coperto le parole che l'assassino stava pronunciando mentre si accaniva sulle sue vittime».
La prima ministra Jacinda Arden ha dichiarato che il terrorista ha agito in autonomia ispirandosi all'ideologia dello Stato islamico. «Quanto accaduto oggi è stato spregevole, odioso e sbagliato - ha aggiunto - siamo di fronte purtroppo dopo poco più di due anni a un nuovo atto terroristico». Parole che riportano alla memoria il massacro di Christchurch, quando il 29enne Brenton Tarrant, suprematista bianco poi condannato all'ergastolo, fece saltare in aria il 15 marzo del 2019 due moschee, rendendosi responsabile della morte di 51 persone e il tentato omicidio di altre 40, il tutto in diretta Facebook.
In quel caso si trattò di uno squilibrato che odiava i musulmani, mentre l'attentatore di Auckland sembra essere collegato al gruppo jihadista National Thowheeth Jamaath, che nel 2015 giurò fedeltà allo Stato islamico. Dopo gli attacchi di Pasqua del 2019, che colpirono le chiese e gli alberghi provocando la morte di oltre 300 persone e il ferimento di 500, il governo dello Sri Lanka aveva provato a intervenire con misure anti-terrorismo.
Il gruppo era stato messo al bando, ma alcuni miliziani sono riusciti a raggiungere l'Australia e la Nuova Zelanda. Non è quindi da escludere che l'aggressore del CountDown abbia agito per «legittimare» la presa di potere dei talebani in Afghanistan.
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