La settimana che culminerà con la kermesse finale dell'assemblea costituente del M5s, si apre con una grande incognita. Un mistero che risponde al nome di Beppe Grillo. Dopo la pubblicazione dei quesiti che saranno messi al voto degli iscritti, tra cui l'abolizione della figura del Garante, il fondatore è rimasto in silenzio. Un atteggiamento considerato irrituale dai vertici del Movimento, se consideriamo la linea fortemente polemica tenuta dal comico negli ultimi mesi, in un'escalation costante con Giuseppe Conte. Il blog ha taciuto, se escludiamo un post del sociologo statunitense Isaac J.P. Barrow, in cui venivano accostati Grillo e Elon Musk. E, dunque, la domanda, che rimbalza tra big e peones a Cinque Stelle, è una sola: «Cosa farà Beppe Grillo sabato e domenica prossimi?». La paura, tra chi è più vicino a Conte, è che il vecchio showman possa fare un'improvvisata in grado di oscurare il trionfo interno dell'avvocato. Grillo, da par suo, riflette sul da farsi. Quel che è sicuro, conferma chi ha avuto modo di sentirlo, è che «Beppe non se ne starà zitto e buono». Le opzioni sul tavolo sono tante. Dall'intervento «in presenza» al discorso in video collegamento. D'altronde l'Elevato è un esperto di colpi di scena. Da consumato uomo di spettacolo saprebbe senz'altro come attirare i riflettori su di sé.
Ma, tra le varie ipotesi allo studio di Grillo, le più affascinanti sono sicuramente due. Entrambe si rifarebbero all'epopea del comico contestatore, che ha preceduto la scintilla del M5s. La prima è quella che viene definita «metodo Parmalat». Ai tempi del crac della multinazionale, Grillo fece faville in teatro con uno spettacolo sul tema. Ed ecco l'idea. Trattare la kermesse voluta da Conte come se fosse l'assemblea degli azionisti di una società in bancarotta. Se seguisse questo schema, il patron interverrebbe in diretta, collegato o in presenza, per denunciare di fronte agli iscritti-azionisti la truffa che starebbe architettando l'amministratore delegato, ovvero Conte. Un intervento da tribuno, per fare «aprire gli occhi alla base».
E poi c'è la seconda strada, per lo show di Grillo durante l'assemblea costituente del M5s. Anche questa performance andrebbe a ripescare nel repertorio storico del comico genovese. Il Garante potrebbe scegliere di fare il guastafeste, ma senza nemmeno partecipare all'evento voluto da Conte. Qui il modello è il «contro discorso» di fine anno. Il fondatore dei Cinque Stelle, infatti, per anni, durante la sera del 31 dicembre, ha dato vita a un discorso parallelo, trasmesso sul web in diretta, in contemporanea con il rituale messaggio del presidente della Repubblica. Una consuetudine che è andata avanti fino al 31 dicembre del 2018 e poi interrotta causa disinteresse del pubblico per le invettive di Capodanno firmate Grillo. Ora il Garante potrebbe rispolverarla, parlando in diretta sul suo Blog proprio durante il discorso finale di Conte alla convention pentastellata.
Nel frattempo a uscire dal silenzio è Roberto Fico.
L'ex presidente della Camera, che potrebbe prendere il posto di Grillo in caso venisse mantenuta la figura del Garante, benedice la svolta di Conte in un'intervista al Fatto Quotidiano. «Seguire dogmi che appartengono ad altri periodi storici non ha senso», dice a proposito dei due mandati. Poi un calcione a Grillo: «Tornare alle origini, tornare indietro, non è possibile e non ha senso».
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