Parigi non val bene una messa. Non quella di Papa Francesco che, almeno per ora, non ha alcuna intenzione di andare nella capitale francese. La mia visita - ha spiegato sull'aereo che lo riportava a Roma dalle giornate della gioventù di Lisbona - «sarà a Marsiglia non in Francia».
Una puntualizzazione puntigliosa che fa riflettere: in effetti Bergoglio sarà a Marsiglia e solo lì il 22 e 23 settembre per gli «Incontri mediterranei» e Macron dovrà rassegnarsi a lasciare l'Eliseo e ad attenderlo ai piedi della scaletta.
I rapporti fra i due non sono dei migliori e diversi ostacoli rallentano il viaggio di Francesco sotto la Torre Eiffel. C'è chi fa notare la preferenza del pontefice che ama le periferie per i paesi piccoli. E in effetti l'Albania, Malta e Cipro hanno avuto la precedenza su Spagna, Germania e Francia.
Ma non c'è solo questo, come nota il Corriere della sera nell'edizione on line. Pesano le tradizioni, la dimensione politica e forse pure il protocollo. La foto del primo incontro fra i due, il 26 giugno 2018 in Vaticano, ha fatto il giro del mondo: si vede Macron che sembra quasi benedire il Papa, a posizioni invertite, e gli dà un buffetto sulla guancia con una sfrontatezza impastata di arroganza. Gli esperti fanno notare altri passaggi a dir poco disinvolti: la mano del presidente sulla spalla del vescovo di Roma e, in occasione di un altro faccia a faccia, un rapidissimo passaggio al tu che ha lasciato interdetti i presenti. La cosa sorprendente è che tanta facilità, chiamiamola così, corrisponde ad un modus operandi che è assai lontano, sul versante dell'etica, dallo spirito della Chiesa di oggi.
Tanto per cominciare, la laicità transalpina è in realtà una forma di laicismo che tende a soffocare la libertà religiosa. Esagerazioni? I simboli che richiamano la fede non possono essere mostrati ed esibiti in pubblico per una presunta e irrealistica neutralità dello Stato. D'altra parte, la Francia non è l'Italia e già cominciano le polemiche perché Macron domenica mattina, dopo l'agognata udienza privata con Bergoglio, parteciperà alla messa al Velodrome, davanti a 60 mila persone. Per la gauche radicale questa è quasi un'offesa alla Repubblica.
Insomma, è tutto più complicato nelle relazioni fra Parigi e il Vaticano. C'è in primo piano, naturalmente, la questione dei migranti: l'Eliseo prova a chiudere le porte e rimanda indietro i disperati che cercano di passare al confine di Mentone. Ora il Papa a Marsiglia si concentrerà proprio sul dramma incandescente di quelli che sfidano il mare per trovare un destino migliore. Intendiamoci: difficoltà e incomprensioni sono all'ordine del giorno con tante altre potenze europee e non solo, ma qui c'è qualcosa in più. Forse sul piano personale, con gli spericolati fuoriprogramma del presidente francese, e poi sui temi della sensibilità sociale e dei valori non negoziabili.
In Francia si parla di eutanasia e il dibattito in parlamento slitterà di qualche giorno, per non creare imbarazzo, ma partirà comunque dopo il ritorno di Francesco a Roma. Così Francesco non sarà a Parigi. Almeno per ora.
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