Antonio Laudati è un magistrato, originario della Campania, che è stato incaricato presso la Direzione nazionale antimafia come sostituto procuratore. Nel corso della sua carriera, ha lavorato al ministero della Giustizia con ruoli dirigenziali ma anche presso la Procura di Bari, istituzione che ha diretto. Laudati, settantenne, è finito sotto indagine a Perugia per la storia del dossieraggio. Quella per cui sono stati «spiati» numerosi personaggi di primo piano, tra cui alcuni politici, soprattutto di centrodestra, e ora esponenti del governo guidato dalla premier Giorgia Meloni.
La Procura del capoluogo umbro - per la medesima vicenda - ha chiesto gli arresti domiciliari dell'ex procuratore. Il gip ha tuttavia rigettato l'istanza. Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha allora optato per l'appello. E adesso la decisione spetterà al Tribunale del riesame. La richiesta di Cantone non riguarda solo Laudati ma anche Pasquale Striano, che è un tenente della Guardia di Finanza. Nato a Ercolano, in provincia di Napoli, nel 1965, Striano ha iniziato a lavorare alla Dia, la Direzione investigativa antimafia, alla fine degli anni novanta.
Pare che soprattutto agli inizi della carriera abbia concentrato la sua attività lavorativa nella zona Sud di Roma.
Con l'inizio del nuovo millennio, Pasquale Striano ha concentrato parte della sua attività sull'insegnamento e la divulgazione di materie legate alla criminologia. A partire dal 2016, Striano ha assunto l'incarico presso la Direzione nazionale antimafia. Nel suo percorso lavorativo, anche un ritorno - ma per solo un mese - in forza alla Dia.
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