Sono gli anelli deboli del Campo largo. E fanno fatica a trovare persone disposte a candidarsi per una battaglia che sembra persa in partenza. Sono gli uomini di Bruno Tabacci, Emma Bonino e Luigi Di Maio. I tre leader di Centro Democratico, Più Europa e Impegno Civico sono in difficoltà. Cercasi candidati. I primi a mostrare insofferenza sono stati i pretoriani di Tabacci, quando Ic sembrava un vascello sicuro almeno per un manipolo di dimaiani, prima dei patti incrociati tra il Pd e Azione e tra i dem e Sinistra Italiana-Verdi.
«Si, ma a noi che ce ne viene da questa cosa», borbottavano i peones di Centro Democratico durante la presentazione del progetto di Impegno Civico a Roma la settimana scorsa. Erano sicuri di venire mangiati in un solo boccone, per quanto riguardava le caselle più sicure, dai fedelissimi di Di Maio, dato che già allora sembrava certo solo il seggio di Tabacci. Ora, con i dimaiani estromessi dagli uninominali, per gli amici del sottosegretario a Palazzo Chigi l'approdo in Parlamento e sostanzialmente una chimera. Tra loro, come in uno scherzo della sorte, altri ex grillini come Alessandra Ermellino e Mara Lapia. La situazione, considerate le premesse, è ancora più difficile per gli ex pentastellati vicini a Di Maio. Secondo le indiscrezioni di Palazzo, diversi tra i 63 parlamentari che erano transitati in Insieme per il Futuro si stanno rifiutando di firmare l'accettazione della candidatura, complici i malumori per la corsa blindata del ministro degli Esteri nel Pd. Lo stesso titolare della Farnesina che però vorrebbe strappare ai dem qualche altro collegio sicuro anche per due o tre fedelissimi come Vincenzo Spadafora, Laura Castelli, Emilio Carelli. Anche se i dimaiani di Ipf tentano di smorzare la tensione: «Ci sono malumori ma nessun problema sulle candidature, anche perché con il M5s sarebbe stato peggio, dato che lì si stanno uccidendo», la voce che arriva dai parlamentari vicini a Di Maio.
Il quadretto dei senza speranza è completato dai candidati di Più Europa. Nel partito di Bonino crescono i mal di pancia per il protagonismo di Calenda.
Tra ex Forza Italia e fedelissimi dell'ex ministro, gli ex radicali risulteranno marginali. E anche dalle parti di Bonino, Magi e Della Vedova ci sono difficoltà a reperire candidati consapevoli di essere perdenti in partenza.
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