Di Maio: "No reddito a brigatisti". Non poteva pensarci prima?

Luigi Di Maio schiva le polemiche sui 623 euro di reddito di cittadinanza percepiti dalla brigatista Federica Saraceni. "Glielo toglieremo". Ma è colpa sua e del ministro Bonafede se il sussidio finisce nelle tasche degli ex terroristi

Di Maio: "No reddito a brigatisti". Non poteva pensarci prima?

"Toglieremo il reddito di cittadinanza all'ex brigatista" Federica Saraceni. È con queste parole che Luigi Di Maio, in una lunga diretta Facebook, ha provato a schivare le polemiche legate alla concessione di un sussidio mensile di 623 euro alla terrorista condannata a 21 anni e 6 mesi per associazione con finalità di terrorismo e l'omicidio del giuslavorista Massimo D'Antona. Ed è proprio alla vedova di D'Antona che si è rivolto il ministro degli Esteri, auspicando di "incontrarla presto per discutere di questa questione". Questione che, nelle ultime ore, ha scatenato una ridda di polemiche, coinvolgendo anche il governo Renzi (il primo a prevedere, seppur involontariamente, una forma di sostegno economico agli ex terroristi), il padre di Federica Saraceni ("Trovate un lavoro a mia figlia, mica può prostituirsi") e l'ex brigatista Raimondo Etro ("Mi togliete il reddito? Allora torno a fare le rapine").

Durante la sua diretta Facebook, Di Maio ha detto alcune cose molto interessanti. Non si è sottratto alla polemica, anche perché è stato lui - insieme al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede - a occuparsi materialmente della stesura del testo delle norme sul reddito di cittadinanza. Lo ha ammesso lui stesso in un passaggio del suo intervento: "Ho sentito Bonafede, con cui avevamo scritto le norme" sul Rdc. Parole con cui il capo della Farnesina si attribuisce la colpa di tutto. Dimostrando da un lato una certa onestà intellettuale, ma dall'altro confessando di avere commesso una leggerezza imperdonabile.

Poco dopo Di Maio ha definito "questione di giustizia" la necessità di intervenire per togliere l'assegno a Saraceni. "Non lo possiamo permettere". Anche perché, puntualizza il leader grillino, "il reddito di cittadinanza non è un sussidio". Poi spiega di avere sentito Bonafede, forse non c'è neppure bisogno di una norma" per toglierle i 623 euro. "Ma se dovesse servire - rassicura il ministro degli Esteri - presenteremo un emendamento a uno dei tanti decreti in discussione e blocchiamo l'erogazione del reddito di cittadinanza a questa brigatista che sta agli arresti domiciliari".

Rdc che Saraceni ha cominciato a percepire nel momento in cui ha chiesto gli arresti domiciliari. Infine, Di Maio ha rivolto un "caro saluto" alla vedova di Massimo D'Antona, "che spero presto di incontrare".

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