La sinistra cavalca l'onda del nome di Mario Draghi per tentare un'ammucchiata disperata. Il fronte rosso sta provando a imbarcare tutti quei partiti che si rispecchiano nell'ormai famosa "agenda Draghi". Una trovata comunicativa per cercare di giustificare un'accozzaglia che invece è unita dall'obiettivo di evitare la vittoria del centrodestra. Ora anche Luigi Di Maio, dopo aver disprezzato il palazzo e le alleanze, si dice disposto a un matrimonio allargato nel nome del presidente del Consiglio.
Di Maio si candida
Il ministro degli Esteri è pronto a scendere in campo: ha promesso che nei prossimi giorni gli italiani avranno tutti i dettagli necessari e ha fatto sapere che la formazione politica Insieme per il futuro potrà vantare un simbolo. "Sarò candidato per rappresentare un progetto che riguarda il territorio, i giovani e le imprese. Serve un'alleanza dei moderati, noi che dobbiamo dare un'alternativa al Paese, anche nel solco dell'agenda Draghi", ha dichiarato il titolare della Farnesina a L'aria che tira su La7.
L'apertura a Calenda
Da parte di Di Maio è arrivata un'importante apertura nei confronti di Carlo Calenda, che invece continua a restare freddo verso il ministro degli Esteri. Di Maio ha chiamato a raccolta tutti i partiti che hanno provato a evitare la caduta del governo Draghi: "È un valore essere uniti, ci lavoreremo e poi gli italiani decideranno". E non ha chiuso le porte al leader di Azione: "Non è un tema di convincere una persona. Essere uniti intorno a programmi e visioni di Paese sia un grande valore".
Dal suo canto Calenda, almeno per il momento, rimane titubante. "Non so di chi si stia parlando, non so di chi si parla", si è limitato a rispondere a chi gli ha chiesto se la presenza di Luigi Di Maio possa essere un problema in una eventuale alleanza alle prossime elezioni. Invece lo stesso Calenda si è inchinato al minestrone di Letta, dicendosi disponibile a prendere parte al fronte allargato contro il centrodestra.
L'attacco a Conte, Grillo e Dibba
Inoltre Di Maio ha rivolto un durissimo attacco al Movimento 5 Stelle, giudicato ormai un partito "di estrema sinistra". Non poteva mancare una stoccata all'indirizzo di Giuseppe Conte, nello specifico ai suoi modi di operare all'interno della galassia M5S: "È un partito padronale, che decide tutto da solo e porta questa forza politica a litigare con tutti. Conte ha litigato con Salvini, con Renzi, con Draghi, con me. Forse il problema è proprio lui...".
Il mirino del ministro degli Esteri si è spostato anche su Alessandro Di Battista e Beppe Grillo, che fin da subito hanno bocciato
la scissione e la relativa nascita del gruppo Insieme per il futuro. "Li vedo un po' nervosi perché hanno capito di aver sfasciato un po' tutto e ora scaricano la responsabilità su di me", ha concluso Di Maio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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