Chissà se un giorno il piccolo Enea saprà quante parole sono state dette su di lui e sulla scelta della sua mamma di lasciarlo in fasce nella culla per la vita della clinica Mangiagalli. Un dibattito scatenato dalla lettera struggente lasciata dalla donna da cui traspare tutto l'amore di una madre probabilmente costretta ad abbandonare il suo bambino perché non ha i mezzi per occuparsene, con la speranza che altri possano offrirgli una vita migliore di quella che potrebbe garantirgli lei. Un gesto di cui non si sa nulla, se non il poco che emerge dallo scritto, ma che continua a far discutere. C'è chi lo ha apprezzato, chi lo ha criticato e chi, come Ezio Greggio - che si era unito all'ondata di commozione suscitata dalla notizia del neonato abbandonato nella culla per la vita - è finito nella bufera per aver lanciato un appello in cui invitava la mamma di Enea a tornare sui suoi passi. Un'offerta di aiuto, la sua, fatta però usando le parole «sbagliate». Parole che hanno scatenato una bufera social, costringendo il conduttore televisivo ad una precisazione. Sono stati i genitori adottivi a sentirsi offesi per la frase in cui Greggio chiede alla donna di ripensarci perché il bimbo «merita una mamma vera, non una mamma che poi dovrà occuparsene ma non è la mamma vera».
Valentina Rigano, volontaria dell'associazione «Italia Adozioni», apprezza l'offerta di aiuto di Greggio, ma critica il modo in cui è stata formulata: «Caro Ezio, sicuramente per sbadataggine o perché non ti sei mai fermato a pensare davvero al significato di essere genitori, le tue parole sono profondamente sbagliate. La mamma è colei che cresce, che ama, che accoglie. Si diventa madri anche grazie al destino della scelta (o non scelta) di chi madre non lo è anche se concepisce un figlio, di donare al mondo una vita». Anche Luca Trapanese, assessore al Welfare di Napoli che da single ha adottato una bimba down abbandonata, ha stigmatizzato le parole di Greggio: «Vorrei chiedergli se ritiene che io non sia un papà vero. Ma come si può prima pensare e poi dire una frase del genere senza provare neanche un po' di imbarazzo?», chiede. Poi un pensiero per la mamma del piccolo: «Grazie per il tuo coraggio, grazie per la tua scelta insindacabile, grazie per aver portato avanti la gravidanza e aver regalato a Enea il dono immenso indescrivibile della vita». Il conduttore tv ha reagito alle critiche spiegando meglio il senso delle sue parole con un post su Instagram. «L'appello non era volto a far ripensare alla scelta di una madre che non voleva il proprio figlio, ma a una madre che probabilmente con l'aiuto di qualcuno che la aiutasse a superare le difficoltà economiche, o personali o familiari, non sentendosi più sola potrebbe ripensare alla sua scelta e tenere il proprio bambino. Nessuna polemica quindi verso quelle fantastiche mamme e famiglie che adottano i bimbi abbandonati e che garantiscono loro amore e futuro come se fossero i veri genitori, anzi talvolta pure meglio». Greggio ha poi ribadito il suo appello alla mamma dio Enea: «Se ami il tuo bimbo e il tuo desiderio è tenerlo siamo in tanti pronti ad aiutarti, sei ancora in tempo a ripensarci».
Anche se al Tribunale dei minori è già partito l'iter per l'affidamento del bimbo a una famiglia idonea, al Policlinico di Milano non perdono la speranza che la madre possa tornare sui suoi passi: «Se vorrà ripensarci, in qualunque momento siamo pronti ad accoglierla», assicurano.
Polemiche si sono sollevate anche sulla scelta di rendere noto quanto successo e sul circo mediatico che ne è derivato. «A cosa serve la culla della vita se poi non si rispetta la privacy di chi decide per qualsiasi motivo di lasciare il neonato?», si chiedono in molti.
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