Dunque, se tutto andrà come deciso dall'ad Fabrizio Salini, oggi grillini e piddini metteranno a punto la spartizione delle cariche ai vertici Rai. Un'operazione iniziata con il cambio di maggioranza da giallo-verde a giallo-rossa e non portata ancora a termine per i molti veti incrociati. In questo accordo, almeno sulla carta, il Movimento 5 Stelle si porta a casa una bella fetta di potere, nonostante il declino politico.
Al cda di oggi verranno sottoposte una serie di nomine. Il cambio più importante riguarda il Tg3: Mario Orfeo subentra a Giuseppina Paterniti che viene spostata alla direzione dell'offerta informativa. Dunque la sinistra riesce ad ottenere quel che voleva da mesi e contro cui Di Maio ha strenuamente combattuto: Orfeo, vicino a Renzi, ma da sempre di area rossa, ex direttore del Tg1 e del Tg2 ed ex dg Rai arriva al vertice dell'unico telegiornale pubblico che gli mancava nel curriculum. La Paterniti, ondeggiante tra sinistra e grillini, va a occupare, in quota 5 Stelle, una casella in apparenza molto importante: il coordinamento di tutta l'informazione Rai, compresi Tg, talk e approfondimenti. Casella che un tempo fu di Carlo Verdelli, colui che si arrese all'impossibilità di cambiare qualcosa. Ora bisognerà vedere se alla Paterniti sarà conferito un vero potere e se avrà la forza di «comandare» sui direttori dei tg e sui conduttori-star. Infatti non sembra che la giornalista sia entusiasta delle decisioni, anche perché il suo Tg3 sta dando buoni risultati di ascolti. Stesso discorso vale per Silvia Calandrelli che, in vista del passaggio alle direzioni orizzontali del nuovo piano industriale ora accantonato per l'emergenza virus, aveva accumulato su di sé la direzione di Raitre e di Rai Cultura. Alla terza rete andrà Franco Di Mare, stimato dai grillini, mentre lei si terrà tutto il comparto cultura.
All'area pentastellata, dunque, fanno riferimento: il Tg1 con Carboni, Raitre, il coordinamento informativo e anche il Giornale Radio e Radio 1 con l'arrivo di Simona Sala, attuale vice del Tg1. All'area di sinistra fanno riferimento invece: Raiuno con Stefano Coletta, il Tg3 con Orfeo e RaiNews con Antonio Di Bella. Una logica spartitoria denunciata in un duro comunicato dall'Usigrai, sindacato interno dei giornalisti: «Un atto di prepotenza politica, con i partiti che pervicacemente impongono cambi di reti e testata». Tanto che il consigliere Riccardo Laganà, espressione dei dipendenti della Tv di Stato, ha annunciato che non parteciperà alla votazione. L'Usigrai mette anche l'accento sulla diminuzione delle testate in mano a donne.
Ma gli spostamenti non finiscono qui: Monica Maggioni gioca le sue carte per tornare in prima linea sull'informazione e dovrebbe ottenere un programma di approfondimento, forse al lunedì sera in seconda serata sul primo canale. Al suo posto come ad di RaiCom (società che diffonde i canali nel mondo) viene chiamato Angelo Teodoli, ex direttore di Raiuno, responsabile coordinamento generi nel nuovo piano industriale accantonato.
Nuovo presidente sarà Teresa De Santis, ex direttrice del primo canale. Per quanto riguarda Rai Way, importante asset di viale Mazzini, al posto di Orfeo, presidente sarà Giuseppe Pasciucco, Aldo Mancino amministratore delegato.
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