Manovra, Bersani attacca Renzi: "Abolire la Tasi viola la Carta"

Infiamma lo scontro nel Pd. Minoranza all'attacco sull'abolizione della Tasi e sul tetto al contante. Bersani: "Manovra ingiusta, chi ha di più paga meno"

Manovra, Bersani attacca Renzi: "Abolire la Tasi viola la Carta"

La minoranza dem è sulle barricate. "Siamo ancora a sfidare l’intelligenza degli italiani", sbotta Pier Luigi Bersani. Ci sono diversi punti, all'interno della legge di Stabilità, che rischiano di soccare il Pd. L'innalzamento al tetto del contante e l'abolizione delle tasse sulla prima casa. Due misure "rubate" dal programma di Forza Italia che stanno infiammando gli animi degli anti renziani. "Dire che, a parità di welfare, abbassare le tasse è buono e giusto è come dire 'viva la mamma!' - tuona Bersani - che cosa vogliamo fare dell’articolo 53 della Costituzione, che parla di progressività?".

Il testo ufficiale della legge di stabilità non è ancora stato pubblicato e già si rincorrono le voci sui capitoli da modificare. Il disegno di legge dovrebbe essere inviato lunedì al Quirinale per poi approdare nella prima parte della settimana in Senato, da dove quest’anno inizierà l’iter della sessione di Bilancio accorciando, come sottolineano fonti di Palazzo Chigi, i tempi rispetto allo scorso anno. Nel frattempo l’Unione Europea avvierà l’esame delle misure e strada facendo si capirà se il governo italiano, così come si aspetta, potrà incassare il via libera a utilizzare la cosiddetta clausola di salvaguardia per anticipare il taglio dell’Ires. Bruxelles a parte, nelle bozze della legge di stabilità appare confermato il pagamento del canone Rai in bolletta ma non l'eventuale multa di 500 euro per gli evasori. Una misura che non piace a molti, anche nel Pd, e che nel caso non fosse cancellata potrebbe facilmente diventare oggetto di modifica via emendamento. Altro capitolo che potrebbe sparire nella versione definitiva è quello del taglio del numero dei supermanager pubblici e dei loro stipendi, così come la sforbiciata agli uffici di diretta collaborazione dei ministri. "Malumori e tensioni - secondo quanto viene raccontato da fonti di maggioranza - sarebbero crescenti e si starebbe valutando l’ipotesi di non introdurre queste misure in manovra".

Pur respingendo "totalmente le ipotesi di scissione" nel partito, perché "è fondamentale per l’Italia che il Pd resti unito", Roberto Speranza ha ribadito che sulla legge di Stabilità c’è bisogno "notevoli modifiche perchè alcune delle proposte che sono arrivate rischiano di contraddire la nostra cultura e la nostra storia". Ad agitare la minoranza piddì è l'abolizione delle tasse sulla casa. Anche se non escluso che anche la cancellazione della Tasi per ville castelli possa alla fine essere rivista, il fronte interno al Nazareno rischia di rallentare l'approvazione della manovra. "Togliere la Tasi alla maggioranza delle prime case è giusto - critica il leader della minoranza dem Gianni Cuperlo - toglierla a super attici e castelli no. Ha ragione il premier quando dice che compito del governo non è combattere la ricchezza ma la miseria. Ma allora quel miliardo versato da chi la Tasi può pagarla si sommi ai 600 milioni destinati al contrasto alla povertà". Un altro fronte caldo è l'innalzamento del tetto al contante da mille a tremila euro. Ma il responsabile economico del Pd Filippo Taddei spegne qualsiasi contestazione della minoranza: "Se il dibattito deve essere sul limite del contante non aiutiamo il Paese ad andare avanti".

Oltre alle opposizioni e alla minoranza del Pd, Renzi deve fare i conti anche con i sindacati. "Il governo sta attuando misure che nessuno ha potuto votare - tuona il segretario della Fiom, Maurizio Landini - al momento delle elezioni i programmi del centrosinistra erano molto diversi da quello attuale di Renzi, dunque ogni parlamentare risponderà al mandato e alla propria coscienza". Ma Landini dovrà farsene una ragione. Perché difficilmente Renzi presterà orecchio alle parti sociali. Non saranno, infatti, ritoccate le voci che riguardano gli enti locali e la sanità. Secondo la Cgil si rischia oltre il taglio rispetto alle previsioni del fondo nazionale, anche un’ulteriore sforbiciata di un miliardo proprio sulla sanità. Altro capitolo, quello delle imprese.

La scelta del governo di puntare sui super ammortamenti non convince del tutto i diretti interessati. La Cgia di Mestre sottolinea, infatti, la caduta degli investimenti in impianti e macchinari e quindi si chiede come faranno gli imprenditori, soprattutto quelli di piccole dimensioni, a sfruttare questa occasione.

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