In manovra un milione di euro per i corsi gender nelle università

In un comma del maxi emendamento alla legge di bilancio del gverno giallorosso spunta anche il regalo alle associazioni Lgbt: "Un milione di euro all'anno a partire dal 2020 per promuovere i corsi gender nelle università"

In manovra un milione di euro per i corsi gender nelle università

Nella manovra varata dal governo giallorosso c’è anche il regalo di Natale alle associazioni che promuovono la cultura Lgbt negli atenei italiani.

Il comma 385 del maxi emendamento alla legge di bilancio dispone che "Fondo per il finanziamento ordinario delle università" venga "incrementato di 1 milione di euro annui a decorrere dall'anno 2020". L’obiettivo, mettono nero su bianco Dem e grillini, è quello di "promuovere l'educazione alle differenze di genere quale metodo privilegiato per la realizzazione dei principi di eguaglianza e di piena cittadinanza nella realtà sociale contemporanea". I soldi serviranno agli atenei per "inserire nella propria offerta formativa corsi di studi di genere o a potenziare i corsi di studi di genere già esistenti".

Eppure si tratta di corsi che fanno discutere. Esattamente un anno fa in Trentino la giunta di centrodestra aveva bloccato 83 percorsi di educazione gender, per un totale di 858 ore di attività didattica, in 24 scuole della regione. L’assessore alle pari opportunità, Stefania Segnana, aveva ritenuto opportuno sospendere il progetto per effettuare "ulteriori approfondimenti".

Uno dei libri al centro dei corsi destinati ai bambini di quarta elementare, infatti, era un volume di Bianca Pitzorno che parlava di un’extraterrestre che aveva sperimentato entrambi i sessi e si meravigliava dei pregiudizi che ancora c’erano sulla Terra per i bambini che volessero cambiare la propria identità sessuale. Allora a protestare contro la decisione della Regione fu proprio il mondo accademico, che già beneficiava di lauti finanziamenti per mettere in pratica corsi sui vari orientamenti sessuali.

I professori si schierarono contro l’assessore con un documento a difesa della "cultura del pluralismo" e delle "buone pratiche educative mirate a diffondere la cultura del rispetto e delle pari opportunità". Ma ora la musica è cambiata, e anche all’università di Trento potranno stare tranquilli. Il risultato della scelta politica dell’esecutivo, preconizza il quotidiano La Verità, sarà il moltiplicarsi di questo tipo di corsi e degli ideologi Lgbt pronti a diffondere il proprio verbo nelle aule universitarie. Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro ne cita alcuni: "Tra(n)sparenti - la transizione dal punto di vista dei figli", che è un seminario organizzato dall' Università di Verona sul tema dei genitori che si ritrovano a cambiare sesso, oppure i "Gender lunch seminars" dell'Università Vita salute San Raffaele di Milano.

L’Unione Europea va nella stessa direzione. Ieri l’Eurocamera ha condannato 80 amministrazioni comunali polacche si erano proclamate "libere dall'ideologia Lgbti".

I deputati hanno ribadito che "i fondi europei non devono essere utilizzati a fini discriminatori" e che "le scuole dovrebbero essere autorizzate a promuovere la protezione delle persone Lgbti". In generale, anche per Bruxelles le misure contro la discriminazione delle persone Lgbt in molti dei Paesi membri non sono sufficientemente attuate.

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