Mentre la manovra economica arranca tra gli scranni di Palazzo Madama, torna a infiammare lo scontro tra il Movimento 5 Stelle e i tecnici del dicastero dell'Economia. Fonti pentastellate del governo hanno riferito all'agenzia AdnKronos di "errori" contenuti nel testo del maxiemendamento, che è stato presentato oggi al Senato per la fiducia dopo essere arrivato in mattinata sulla scrivania dell'esecutivo gialloverde.
"C'erano emendamenti respinti...", tuonano i grillini facendo trapelare ai microfoni dell'AdnKronos il proprio malcontento. Una volta che si sono accorti di questi "errori", avrebbero rispedito indietro il testo richiedendo le dovute correzioni. Soltanto dopo questa ulteriore "revisione" sarebbe arrivata la bollinatura del maxiemendamento da parte della Ragioneria dello Stato. "Vogliono far ricadere su di noi, sulla politica, la responsabilità di tutto questo - accusano i Cinque Stelle che siedono tra i banchi del governo - ma è dei tecnici la colpa dei ritardi: ci costringono così a lavorare con l'acqua alla gola".
La teoria dei Cique Stelle è che, negli apparati tecnici del dicastero di via XX Settembre, "qualcuno voglia metterci in difficoltà e sporcare la vittoria del premier Giuseppe Conte nella trattativa con l'Europa". Tutto questo nonostante le dimissioni presentate mercoledì scorso del capo di gabinetto del ministero, Roberto Garofoli, la famosa "manina" che era stata acusata da Luigi Di Maio di aver infilato nelle pieghe della manovra economica una norma a favore della Croce Rossa. "Dopo il caso dell'emendamento sulla Croce Rossa - fanno sapere fonti del governo all'AdnKronos - Garofoli non ha più partecipato alle riunioni tecniche a Palazzo Chigi". "Evidentemente - è il ragionamento - è rimasto ancora qualche suo uomo all'interno della 'macchina'". Ma, rimarcano le stesse fonti, il 2019 sarà l'anno della "tolleranza zero". Tanto che la testa di Garofoli potrebbe non essere l'unica a cadere.
Nei giorni scorsi l'Huffington Post aveva fatto trapelare che il capo del coordinamento legislativo del dicastero di via XX Settembre, Gerardo Mastrandrea, e il suo braccio destro Michele Torsello sarebbero pronti a fare un passo indietro. Oggi, invece, Dagospia ha scritto che, dopo l'approvazione della manovra economica, si dimetterà Daniele Franco, ragioniere generale dello Stato. Ieri, viene raccontato all'AdnKronos da fonti di governo, al ministero dell'Economia la tensione era alle stelle, con Franco finito nel mirino per i problemi sulla legge di bilancio.
E così le voci di una sua uscita di scena si sono continuate a rincorrere per ore. Tanto che un big del governo, a chi gli domanda se Franco sia in bilico, risponde laconico: "Per ora no...". Per ora, appunto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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