"No, non faremo marcia indietro". Matteo Salvini è pronto a puntare i piedi pur di difendere la manovra economica. Ed è disposto a farlo anche se lo spread dovesse continuare a salire e arrisse a sfondare i 400 punti basi. "Se tagli le tasse aiuti la crescita - ha spiegato il vice premier leghista ai microfoni di Radio Anch'io - noi puntiamo a un'Italia che non cresce dello zero virgola, ma del due, del due e mezzo". Per quanto riguarda la ripartizione dei 16 miliardi di euro previsti dalla manovra saranno suddivisi tra reddito di cittadinanza, aumento delle pensioni di invalidità, quoziente familiare, premio alle famiglie numerose ("quindi un contributo alla natalità") e superamento della legge Fornero.
Nell'ottica del governo gialloverde questa manovra è l'anticamera delle riforme promesse in campagna elettorale. Una sorta di avvio che verrà completato nel corso delle prossime leggi di Bilancio che verranno varate durante la legislatura. "Non possiamo fare in cinque mesi quel che altri non fatto in dieci anni", ha replicato Salvini a chi gli chiede se siano sufficienti due miliardi di risorse per la flat tax. "È incredibile che dopo i disastri che ha fatto il Pd ci si rimproveri: siamo qua da quattro mesi e la gente ha capito che, senza miracoli, facciamo quello per cui ci hanno votato, io nel mio su immigrazione, sicurezza, beni della mafia". Anche per il reddito di cittadinanza sarà stanziato un po' meno dei 10 miliardi di euro promessi nei giorni scorsi da Luigi Di Maio. "Se la matematica non è un'opinione - ha fatto notare Salvini - se ce ne sono 7-8 per la Fornero, ce ne sono 8 per il reddito".
Ad attaccare duramente il governo è in primis l'Unione europea. Ma agli assalti del commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, e del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, Salvini replica facendosi forza del risultato incassato alle elezioni dello scorso 4 marzo. "Questo governo - ha ricordato ai microfoni di Radio Anch'io - ha il gradimento del 60% degli italiani". E sull'utilità del braccio di ferro con Bruxelles ha invitato i detrattori dell'esecutivo ad andare a chiederlo "a chi sta a Bruxelles e passa le giornate a insultare il governo". "Poi se qualcuno prima di noi ha preso impegni che portavano precarietà e insicurezza...". E in merito al lapsus di Di Maio che aveva detto "vogliamo costringere l'Unione europea a dirci di 'no' alla manovra", ha commentato: "Preferisco essere promosso che bocciato". Quindi, ha ricordato i risultati incassati sul fronte del contrasto all'immigrazione clandestina.
"Rispetto all'anno scorso sono più di 85mila in meno gli immigrati arrivati nel nostro Paese - ha spiegato il leader del Carroccio - questo dimostra che si poteva fare anche un anno, due anni fa...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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