La legge di bilancio imbocca l'ultima curva prima del via libera. Il centrodestra punta a chiudere il dossier Manovra entro sabato. La sinistra gioca la carta dell'ostruzionismo con gli 800 emendamenti depositati a Palazzo Madama.
Dopo l'ok della Camera, il testo della legge di Bilancio approderà questa mattina all'esame della commissione Bilancio. Si inizia alle ore 11, nel pomeriggio alle 14 il testo sarà trasmesso all'Aula per l'inizio della discussione generale. Termini stretti e margini di intervento praticamente nulli. Il Senato dovrà approvare il contenuto già licenziato da Montecitorio, senza modifiche. Evitando così di non rispettare il termine ultime del 31 dicembre 2024.
L'approvazione definitiva dovrebbe arrivare domani pomeriggio con un nuovo voto di fiducia. Le opposizioni puntano a rallentare l'iter con gli ottocento emendamenti che difficilmente saranno esaminati. L'ipotesi della tagliola è un'opzione.
Il calendario fissa al 31 dicembre un'altra importante scadenza: il bonus caldaia. Ci sarà tempo fino a martedì per richiedere l'acquisto di una caldaia ad alta efficienza energetica con le detrazioni che potranno essere al 50%, al 60% e al 75%. Stesso discorso per il bonus ristrutturazioni sulle seconde case che dal primo gennaio 2025 scenderà al 36% mentre sulla prima resta la detrazione al 50%.
Dopo aver incassato l'ok alla Manovra, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni terrà la consueta conferenza di fine anno il 9 gennaio 2025. Dopo una fase di turbolenza, per i dissidi tra Lega e Fi, il centrodestra ha trovato un punto di caduta sulla legge di bilancio. Il Pd protesta: «Un inutile tour de force al Senato per approvare la legge di bilancio. Inutile perché non si potrà cambiare una virgola a una legge ingiusta che scontenta tutti: chi vive tra mille difficoltà e chi vuole fare impresa. Colpisce il ceto medio che pagherà qualche tassa in più come il canone Rai e dovrà sostenere le spese per una sanità privata che sta lentamente sostituendo quella pubblica a cui vengono negati ancora finanziamenti sufficienti a funzionare. Scontenta tutti tranne i furbi, perché tra un aumento e l'altro c'è stato tempo per una ventina di condoni e per tralasciare una seria politica di equità fiscale. E intanto si umilia il Parlamento: di fatto solo una camera ha esaminato ed è potuta intervenire sulla principale legge dello Stato» attacca Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati. Replica Maurizio Gasparri: «La sinistra ha devastato i conti con i bonus grillini». Una manovra da 30 miliardi di euro composta per due terzi dall'intervento per rendere strutturale, almeno per i prossimi 5 anni, la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro e il passaggio a tre aliquote Irpef (23% per i redditi fino a 28mila euro, 35% da 28mila a 50mila euro e 43% oltre i 50mila euro).
È stata poi introdotta l'Ires premiale con uno sconto del 4% dell'aliquota per le imprese che accantonano utili e reinvestono in nuove assunzioni a tempo indeterminato. La flat tax per i dipendenti aumenta da 30 a 35mila euro. Per incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno, per ogni figlio nato o adottato dal primo gennaio 2025 è riconosciuto un importo una tantum pari a mille euro, erogato nel mese successivo al mese di nascita o adozione. Il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente deve avere un Isee non superiore a 40mila euro annui.
Il congedo parentale a sostegno di maternità e paternità fino al sesto anno di vita del bambino viene esteso dal 60% all'80% della retribuzione da due a tre mesi. Nella determinazione dell'Isee non incidono le erogazioni relative all'assegno unico e universale.
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