Mapei post Squinzi, la successione sarà "in famiglia"

Come previsto dall'imprenditore, leve di comando vanno ai due figli e niente Piazza Affari

Mapei post Squinzi, la successione sarà "in famiglia"

Nel nome del padre. Sarà questa la linea che guiderà la Mapei e il Sassuolo Calcio nel dopo Squinzi. L'ex presidente di Confindustria, mancato mercoledì sera all'età di 76 anni, la «successione aziendale» l'aveva preparata da tempo, soprattutto alla Mapei, l'industria chimica nata nel 1937 a Milano. Ed oggi un fiore all'occhiello del made in Italy e dell'industria nazionale. Marco e Veronica Squinzi, insieme alla moglie Adriana hanno, infatti, ruoli chiave all'interno dell'azienda e la guideranno in continuità, senza stravolgimenti. La terza generazione al comando, dopo il nonno Rodolfo e il padre Giorgio, «non ha ambizioni diverse da quelle del padre ed è affiancata spiega una fonte vicina alla famiglia da una prima linea di manager cresciuti in azienda e di caratura internazionale». Il figlio Marco è a capo del cuore della Mapei, la ricerca di prodotto. E Veronica è una manager che segue tutta la pianificazione strategica del colosso chimico dai numeri record: il 2018 si è chiuso con 2,5 miliardi di ricavi grazie al contributo di 10.500 dipendenti divisi tra 75 stabilimenti e 81 consociate in 27 nazioni. La Mapei ogni anno produce 30 mila tonnellate di solventi per l'industria edile, ed è il primo produttore mondiale di adesivi e prodotti chimici per l'edilizia. Nonostante le dimensioni, il gruppo ha sempre mantenuto una gestione strettamente famigliare: i figli e la moglie siedono anche nel cda. A titolo di cronaca, la Mapei è controllata attraverso la holding di famiglia Emme Esse Vi, e l'azionariato fa capo per il 32,66% a testa ai figli di Giorgio, e per il 34,68% alla trentacinquenne Simona, figlia della sorella Laura, avvocato di successo che gestisce ovviamente gli aspetti legali dell'azienda. Un passaggio generazionale in discesa visto che, tempo fa, lo stesso Squinzi aveva detto di avere «piena e totale fiducia» nelle nuove leve.

Il cda, dunque, continuerà a seguire le orme del padre. In primis, ad esempio, rimanendo ben lontano dalla Borsa. «L'azienda non ha alcun bisogno di quotarsi - spiega la fonte anche perché ha margini significativi, non ha bisogno di nuove risorse, né tanto meno di aprire l'azionariato o ridividere i dividendi tra i soci». Una strategia che ha evitato alla Mapei licenziamenti e cassa integrazione al grido del patron: «Famiglia povera, azienda ricca».

La rotta dunque è tracciata, almeno nella chimica. E che ne sarà del Sassuolo Calcio? Acquistato in serie C2, il team è arrivato stabilmente in serie A, dove sta disputando il settimo campionato di fila. Una nuova passione per Squinzi dopo essersi progressivamente disimpegnato dal mondo delle due ruote.

Controllata dalla Mapei e presieduta dal fidato Carlo Rossi, si vocifera, che la squadra potrebbe avere come nuovo patron la moglie Adriana Spazzoli, che siede già nel board come vicepresidente, ed è donna di marketing. Quel che è certo è che la famiglia non venderà mai a cinesi. Squinzi docet: «Non possono avere lo stesso attaccamento di grandi uomini di sport come Berlusconi, Moratti o Viola».

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