Un'accusa agghiacciante. Un infanticidio, commesso dalla mamma per non restituire il figlio al padre, di cui era affidatario esclusivo. Non sarebbe stato un malore conseguente a un incidente di gioco, a causare la morta del piccolo Marcus, due anni e mezzo, ma un gesto volontario da parte della sua mamma, arrestata ieri con l'accusa di omicidio premeditato.
È una verità terribile, quella che gli investigatori stanno cercando di portare a galla. La morte del piccolo è avvenuta nella notte tra il 16 e il 17 agosto in un appartamento dove trascorreva alcuni giorni di vacanza, ma all'inizio la donna aveva raccontato di un malore di cui il bambino sarebbe stato vittima in casa dopo aver giocato. Rispetto a quella versione, le indagini della squadra mobile - coordinata e diretta dalla procura labronica - hanno riscontrato parecchie incongruenze: la donna, una 38enne originaria dell'America centrale, aveva raccontato che il piccolo si sarebbe sentito male nella notte dopo che il giorno precedente era caduto per ben due volte dallo scivolo di un parco giochi a Tirrenia. Un resoconto che però non ha convinto gli inquirenti, soprattutto a seguito degli esami medico legali. L'autopsia, richiesta dal pm Giuseppe Rizzo per capire se la morte fosse dovuta a un malore notturno o riconducibile ad altri fattori, aveva evidenziato lesioni gravissime, tali da impedire al bimbo di potersi muovere da solo. Gli investigatori hanno giudicato le parole della mamma prive di base logica e hanno iniziato ad approfondire ogni singolo aspetto della vicenda. Hanno ricostruito gli spostamenti compiuti dalla donna, insieme al bambino, concentrandosi sul pomeriggio del 16 agosto: la 38enne sarebbe entrata in un condominio in zona Borgo Cappuccini uscendone undici ore dopo, con in braccio il bimbo probabilmente già privo di vita. L'ipotesi principale è che il decesso del piccolo Marcus sia frutto di un'azione volontaria, forse una caduta dall'alto all'interno del condominio: in questo scenario, la mamma l'avrebbe gettato dalle scale. Poi, nel cuore della notte, avrebbe dato l'allarme chiamando i soccorritori. Questi ultimi hanno tentato di rianimare il piccolo durante la corsa in ambulanza, ma Marcus è arrivato al pronto soccorso già senza vita.
Si ricerca un movente, che gli investigatori vedono nei rapporti familiari: i tre vivevano a Torino, e proprio il giorno in cui Marcus è morto, la donna arrestata avrebbe dovuto riportare suo figlio al padre, al termine di un periodo di vacanza. Dopo la scomparsa del bambino, i due erano tornati in Piemonte: è qui, nel corso del procedimento civile che si è svolto dinanzi al Tribunale di Torino, che erano emersi disturbi di personalità dell'indagata.
Il gip ha ritenuto la donna pericolosa e ne ha ravvisato il pericolo di fuga. La donna, rintracciata dai poliziotti livornesi a Torino ieri mattina, è stata arrestata e trasferita al carcere Don Bosco di Pisa in attesa dell'interrogatorio di garanzia fissato nei prossimi giorni.
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