Mare pieno di liquami. Ma il sindaco Pd nasconde l'ordinanza

Alessandrini finisce nella bufera e si difende: "Sapevo che sarebbe tornato tutto a posto". Centinaia i casi di dermatiti e gastroenteriti

Mare pieno di liquami. Ma il sindaco Pd nasconde l'ordinanza

Per un sindaco mentire ai propri concittadini è un peccato mortale, se non un reato. Sono giorni difficili per il primo cittadino Pd di Pescara Marco Alessandrini, figlio del giudice Emilio Alessandrini ucciso dai terroristi di Prima Linea a Milano. L'esponente democrat è sulla graticola per aver nascosto un'ordinanza di divieto di balneazione per il mare della città, inquinato da 25 milioni di litri di acqua di fogna sversata in mare a causa della rottura di una condotta. Il provvedimento è stato firmato ma è rimasto nel cassetto. La condotta è stata riparata il giorno dopo il guasto ma le analisi condotte dall'Arta e rese note il 31 hanno segnalato un picco di escherichia coli ed enterococchi, classici indicatori dell'inquinamento da feci e liquame.

Ingenuamente Alessandrini ha ammesso di essere certo che nel giro di qualche giorno la situazione sarebbe tornata alla normalità, come peraltro è successo secondo l'Agenzia regionale per la tutela ambientale anche grazie al versamento di 350 litri di Oxystrong, un acido peracetico innocuo per l'uomo utilizzato per uccidere i colibatteri fecali. «È stata una questione di costi-benefici» per non danneggiare gli stabilimenti balneari.

Lui e tutta l'amministrazione a guida Pd hanno mentito e sono rimasti zitti di fronte alle decine di casi di concittadini colpiti da gastroenteriti, dermatiti, ulcere e congiuntiviti che ignari hanno fatto il bagno in uno specchio d'acqua invaso da 2mila metri cubi l'ora di liquami che andava chiuso. Alla faccia della legalità di cui si era autodichiarato garante quando era stato eletto sindaco di Pescara l'anno scorso e dello slogan «l'ambiente vale fiumi ripuliti belli e godibili» con il quale il governatore Pd Luciano D'Alfonso (peraltro ex sindaco di Pescara) aveva trionfato alle Regionali.

A lanciare l'allarme in un paio di circostanze (il 21 luglio, quando un bambino di 4 anni si è ritrovato con la schiena piena di bolle e pustole, e il 29) era stata la stessa Agenzia, chiedendo che il Comune vietasse la balneazione nei tratti risultati inquinati. Niente da fare. Nel frattempo grazie alle segnalazioni del commercialista pescarese Paolo Leonetti sui social network montava la rabbia. Foto di ragazzini sfregiati in volto lanciate dal sito Pescara Post di Loris Zamparelli, segni di ecchimosi su gambe e braccia, una valanga di indignazione e uno staff di legali guidato dagli studi legali Orsini, Tesoro e Ritucci pronto a una class action contro il Comune. «Sappiamo di un centinaio di segnalazioni, una decina di famiglie è già sul piede di guerra anche se è sabato».

Alla fine è stato lo stesso Alessandrini, davanti alle commissioni Ambiente e Vigilanza ad ammettere di aver mentito proprio mente il Pd gettava acqua (sporca) sul fuoco parlando di «grande speculazione». Per il capogruppo democrat Marco Presutti «i problemi di inquinamento ci sono sempre stati». L'amministrazione si è persino arrampicata sugli specchi dicendo che in fondo i bambini finiti in ospedale per dermatiti e malattie infettive e gli altri ricoveri sono stati inferiori a quelli dello scorso anno e che anche i casi di diarrea sarebbero nella norma. Tutto a posto, secondo loro. «Ha giocato con la salute dei bambini - dice al Giornale Carola Profeta di Fdi - “magicamente” già sapeva che le analisi sarebbero state negative».

In Procura ci sono già due esposti, uno M5S e uno di Fdi firmato da Armando Foschi, per scoprire «eventuali azioni omissive o dolose da parte

delle autorità». Forza Italia attacca parlando di «sindaco inadeguato» e chiedendone la testa. Prima che la giustizia faccia il suo corso Alessandrini potrebbe decidere di farsi da parte. Per non essere travolto dal liquame.

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