"Come nel caso di un paziente terminale, il Partito democratico ha voluto consapevolmente assumere una strategia eutanasica e c'è riuscito". Così l'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, commenta il risultato elettorale del ballottaggio nella Capitale che ha visto la grillina Virginia Raggi vincere con il 67% contro il renziano Roberto Giachetti, fermo al 33%.
L'attacco di Marino contro il Pd
Marino, dopo aver fatto di auguri di buon lavoro al neosindaco Raggi, ha parlato delle difficoltà che la attendono, forte di una maggioranza “che sembra essere la più solida che ci sia mai stata a Roma dalla seconda guerra mondiale a oggi, perché dispone di 29 consiglieri del suo stesso partito”. “Con questo gruppo - ha spiegato Marino auspicando che il suo successore continui nella strada del risanamento finanziario del Comune - dovrà affrontare sfide epocali come quelle del bilancio, con un debito di 22,4 miliardi di euro lasciato al termine delle giunte Rutelli e Veltroni e degli altri 816 milioni di euro nel disavanzo delle casse comunali e 874 milioni nelle casse dell'Atac lasciato da Alemanno al quale io con la mia giunta avevo posto rimedio con un piano di rientro e con un risanamento di tutti gli sprechi".
I processi di Marino
Queste affermazioni Marino le ha rilasciate all’uscita del tribunale dove si trovava per i processi sugli "scontrini-gate" e sulla onlus Imagine che lo vedono entrambi coinvolto come indagato. L'ex sindaco di Roma ha chiesto al gup Pierluigi Balestrieri e ottenuto di essere giudicato col rito abbreviato. In caso di condanna avrà uno sconto di pena pari a un terzo. Per quanto riguarda i 12mila euro spesi per le 56 cene fatte quando era primo cittadino della Capitale e che la Procura di Roma gli contesta, l’ex sindaco l'ex sindaco ha condizionato l'abbreviato all'acquisizione di una perizia grafologica così da risalire a chi effettivamente ha firmato quelle ricevute e di una nota del suo ex capo di gabinetto in cui era spiegato a che cosa si riferissero quelle 'spese di rappresentanza'. Quanto alla Onlus, Marino è accusato di aver disposto tra il 2012 e il 2013 la certificazione di compensi riferiti alle prestazioni fornite da collaboratori fittizi o inesistenti, portando in errore anche l’amministrazione della suddetta Onlus e l’Inps.
In tal modo Marino avrebbe generato un ingiusto profitto per un totale di 6mila euro per aver omesso il versamento degli oneri contributivi dovuti per le prestazioni lavorative. La prossima udienza è aggiornata al 29 settembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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