Matrimonio d'interesse iniziato al capolinea

Hanno deciso di sposarsi quando erano sulla giostra dei sensi (elettorale). Un po' come certe coppie impazienti che corrono a Las Vegas cariche di romantico ormonale entusiasmo.

Matrimonio d'interesse iniziato al capolinea

Hanno deciso di sposarsi quando erano sulla giostra dei sensi (elettorale). Un po' come certe coppie impazienti che corrono a Las Vegas cariche di romantico, ormonale entusiasmo e in una finestra della mente tengono d'occhio la via d'uscita: «Tanto un matrimonio contratto qui, in Italia non vale».

Ecco, «contratto» nel caso di Matteo Renzi e Carlo Calenda è un termine interessante. Perché entrambi hanno sempre preso la loro unione politica come una malattia. Necessaria, ma pur sempre malattia. Che la coppia si sarebbe sfasciata nel peggiore dei modi era scritto fin da quell'11 agosto 2022 (appuntita anche la data della «cerimonia»). Perché tutti i matrimoni d'interesse, ti semplificano la vita ma ti complicano la giornata. E loro si sono sposati per «logo» (Calenda aveva bisogno di quello di Renzi per non dover raccogliere firme). «Non mi alleo con Renzi, l'ho detto sei milioni di volte» tuonava il leader di Azione. E poco dopo, a parlare era l'ormone da urne: «Ringrazio Renzi per la generosità». Non si riuscirà mai a disprezzare tanto qualcuno quanto qualcuno con cui ci si è coricati (metaforicamente). Perché l'intimità irrancidita corrode e la conoscenza dà da odiare. E ad amore finito, e mai iniziato, volano gli stracci. Renzi e Calenda, poi, non potrebbero essere più simili e non potrebbero essere più diversi. E non potrebbero che detestarsi per entrambi i motivi.

Quasi coetanei, li accomuna un ego troppo sazio e l'aver fatto, a diciott'anni una vita da quarantenni e a cinquanta una da trentenni (liti social, comizi, incontri, salotti tv...). Profondamente snob uno, irrimediabilmente rampante l'altro vengono da mondi che non dialogano da mai. Hanno «miti» diversi anche perché in ultima analisi, come vero mito, ognuno ha se stesso. Uno è permeato di quella «toscanitudine» che presuppone supremazia di confine e di razza, l'altro è addirittura romano. E nessuno dei due, in realtà, ha alcun senso del confine. Uno ha simbolizzato il «nuovo» in una camicia arrogantemente bianca, l'altro non si è mai posto il problema di cosa indossare essendo nato avvolto nel cachemire.

L'annuncio dell'unione era stato confermato da Renzi con un post: «Abbiamo deciso di provarci. L'alleanza con Azione è una casa nuova e bella che riaccende la passione». E la casa è venuta proprio calda e accogliente infatti: un ambiente perfetto per lapidare gli infedeli. Renzi e Calenda nella stessa casa... Dovevano pensare in grande stando troppo stretti.

In otto mesi hanno messo su una famiglia che è un carnevale genetico e ora le liti stanno durando più del matrimonio. Senza nemmeno Rolex da dividersi. Si rinfacciano di tutto: labile la memoria, ma piena di ricordi. Ci sono molti modi di condurre un matrimonio, dividersi è uno dei migliori.

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