Mattarella in Cina chiede a Xi Jinping di mediare in Ucraina. Il rilancio degli scambi

La missione per la collaborazione commerciale con i cinesi dopo lo stop alla Via della Seta

Mattarella in Cina chiede a Xi Jinping di mediare in Ucraina. Il rilancio degli scambi
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Mani da stringere, tazze di tè da bere, sorrisi da scambiare. La missione di Sergio Mattarella inizia dalla visita nel Palazzo d'Estate, condita da un piccolo bagno di folla e da bandierine sventolanti, ed entrerà nel vivo oggi, con il faccia a faccia con Xi Jinping. Diplomazia e carisma, tra guerre da chiudere e rapporti economici da ristringere.

Il capo dello Stato vuole chiedere alla Cina, ora che le elezioni americane sono alle spalle, di darsi da fare, di «esercitare il suo ruolo» di super potenza per mediare tra Mosca e Kiev e magari premere pure sull'Iran, dove il Dragone è molto ascoltato. E c'è da ricucire dopo il disastro della Via della Seta, il memorandum troppo sbilanciato firmato da Conte, abbandonato da Draghi e cancellato da Meloni: è l'ora di rilanciare la collaborazione commerciale. Pechino ha già dato segni di apertura.

Il presidente è accompagnato da Antonio Tajani, che nei giorni scorsi a Roma ha incontrato Li Xi, importante membro dell'ufficio politico del Pcc. «Vogliamo lavorare insieme per assicurare parità di condizioni alle nostre aziende - spiega il ministro degli Esteri -. La Cina è un partner importante e intendiamo ristabilire un riequilibrio economico. Contiamo sul suo peso dirimente per raggiungere una soluzione equa ed negoziata in Ucraina. La sua influenza può essere importante anche per dissuadere la Corea del Nord da iniziative destabilizzanti», come lo spedire truppe a sostegno della Russia.

A fine luglio era toccato a Giorgia Meloni volare a Pechino per rompere in ghiaccio. Adesso la presenza di Mattarella darà una cornice istituzionale alla ripresa dei buoni rapporti. Il capo dello Stato, che resterà in Cina fino a martedì, oltre all'uomo forte di Pechino vedrà il premier Li Qiang e il presidente dell'Assemblea del popolo Zhao Leji. Dopo il colloqui, lui e Xi interverranno alla presentazione dei risultati del Forum culturale Italia-Cina e alla firma di intese tra i due Paesi, prima del pranzo ufficiale.

Sabato il presidente terrà una lectio magistralis all'università di Beida e risponderà alle domande di studenti e professori, poi parteciperà al Forum filantropico, durante il quale verrà inaugurata una cattedra di italiano. Ci sarà spazio pure per ammirare la mostra intitolata «Viaggio di conoscenze, Il Milione di Marco Polo e la sua eredità tra Oriente e Occidente», prima di spostarsi ad Hangzhou e Canton.

Insomma, sul piano politico e commerciale l'obbiettivo profondo della visita è quello di superare imbarazzi e tensioni provocati dall'uscita dalla Via della Seta. «Una cooperazione amichevole tra Pechino e Roma è nel comune interesse delle parti e contribuirà a promuovere un sano sviluppo delle relazioni tra la Cina e l'Unione Europea, oltre che la prosperità e la stabilità globali», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning. E ancora: «Sono entrambe antiche civiltà ed economie importanti nel mondo». Il viaggio di Mattarella avviene poi nel ventesimo anniversario del partenariato strategico. Adesso verrà rilanciato, avvertono alla Farnesina, «mantenendo fermi i valori ai quali il nostro Paese è ancorato». Senza cioè i cedimenti previsti dal protocollo Belt and road che l'Italia, unica del G7, aveva siglato nel 2019.

«Uno dei canali privilegiati del rapporto con la Cina - ricorda Tajani - riguarda gli scambi e la collaborazione culturale». Una chiave per proseguire il disgelo e cercare di coinvolgere Xi per la soluzione dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente.

Sullo sfondo, la riunione dei Brics e il nuovo ordine mondiale alternativo vagheggiato da Putin. Ma l'Italia, spiegano dal Quirinale, crede che sia il multilateralismo e non le armi lo strumento per risolvere le controversie. Pechino, se si impegna, può fare molto.

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