E si lavora anche oggi. Una cerimonia alla scuola superiore di polizia, l'inaugurazione di un seminario dedicato a Boris Giuliano, il capo della squadra mobile di Palermo ammazzato da Cosa Nostra con sette colpi di pistola 45 anni fa, il pomeriggio passato tra telefonate e incontri nello studio alla Palazzina, la cena fuori con la famiglia.
Le candeline da spegnere sono diventate 83 ma a Sergio Mattarella non sembra che pesino. «Siamo qui per servire questo splendido Paese», spiega ai suoi consiglieri subito dopo un brindisi veloce. Oggi si ricomincia, con la consegna del Ventaglio e lo scambio di auguri con i quirinalisti e la stampa parlamentare.
Un faro. «Una guida essenziale», dice Giorgia Meloni, che lo chiama in mattinata per «rinnovare i sentimenti di stima e riconoscenza che le istituzioni e i cittadini riconoscono al capo dello Stato come garante della Costituzione e simbolo dell'unità nazionale». Lo scotch, l'attaccatutto, da dieci anni il centro di gravità permanente di un'Italia piuttosto complicata, il punto di riferimento a livello internazionale. Il presidente, che ne ha viste di tutti i colori, che ha gestito cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare, è stabilmente ai primi posti della classifica dei politici più amati. Il 67 per cento degli italiani, due su tre, hanno fiducia in lui.
Popolare come una rockstar, Mattarella prepara il suo discorso sullo stato della nazione. Sarà, raccontano dal Colle, un intervento «a tutto tondo», che toccherà i principali temi dell'agenda politica. Dalla corsa alla Casa Bianca alla rielezione di Ursula von der Leyen, dall'Ucraina al Medio Oriente, dal nuovo antisemitismo al ruolo dei giornalisti, dalle riforme all'economia fino al ruolo dell'Italia nel mondo.
Intanto incassa un omaggio corale dalle forze politiche. «Un riferimento fondamentale per i cittadini e la nostra Repubblica», dice Ignazio La Russa. E Lorenzo Fontana si dichiara «riconoscente per la sua continua attività». Si fa sentire a sorpresa anche Umberto Bossi. «Buon compleanno presidente! Esprimo la mia ammirazione per il lavoro che svolge con dedizione». Parole affettuose pure dall'Eliseo. «Mattarella verrà per l'inaugurazione delle Olimpiadi - annuncia Emmanuel Macron - e io sono contento. Mi piace molto, i nostri due sistemi istituzionali sono diversi ma c'è un'amicizia che mi ispira parecchio».
Mai fermo.
Il capo dello Stato è in partenza per Parigi ma è fresco reduce da una lungo viaggio ufficiale in Brasile. Sei voli in una settimana, discorsi, parate, incontri, colloqui, visite a mostre e musei, interviste alla stampa sudamericana. Sarà l'aria del Colle, come avevano scoperto già ai tempi di Numa Pompilio.
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