Dopo tante illazioni e qualche retroscena in cui si prospettava uno scioglimento del Csm, arrivano finalmente le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul caso Palamara. Le ultime dichiarazioni di Mattarella su Palamara e la magistratura risalivano ad un anno fa, quando il Capo dello Stato definì "sconcertante e inaccettabile" il quadro emerso dall’inchiesta e disse che era arrivata l’ora di voltare pagina nel Csm.
Le parole del Capo dello Stato, arrivate in questo venerdì di fine maggio, sono di "sconcerto e riprovazione". Per il Quirinale esiste un’inammissibile commistione tra politici e magistrati. In una nota Mattarella spiega: "In riferimento alle vicende inerenti al mondo giudiziario, assunte in questi giorni a tema di contesa politica, il presidente della Repubblica ha già espresso a suo tempo, con fermezza, nella sede propria - il Consiglio Superiore della Magistratura - il grave sconcerto e la riprovazione per quanto emerso, non appena è apparsa in tutta la sua evidenza la degenerazione del sistema correntizio e l’inammissibile commistione fra politici e magistrati".
Il presidente sollecita modifiche normative di legge e di regolamenti interni per impedire un costume inaccettabile quale quello che si è manifestato, augurandosi che il Parlamento provveda ad approvare un’adeguata riforma delle regole di formazione del Csm. Una riforma che contribuisca - unitamente al fondamentale e decisivo piano dei comportamenti individuali - a restituire appieno all’ordine giudiziario il prestigio e la credibilità incrinati da quanto appare, salvaguardando l’indispensabile valore dell’indipendenza della magistratura, principio base della nostra Costituzione. Per quanto superfluo va, peraltro, chiarito che il presidente della Repubblica si muove - e deve muoversi – nell’ambito dei compiti e secondo le regole previste dalla Carta e dalla legge. E non può sciogliere il Consiglio Superiore della Magistratura in base a una propria valutazione discrezionale.
Se i partiti politici e i gruppi parlamentari sono favorevoli a un Csm formato in base a criteri nuovi e diversi, è necessario che predispongano e approvino in Parlamento una legge che lo preveda: questo compito non è affidato dalla Costituzione al presidente della Repubblica, ma al governo e al Parlamento. "Governo e gruppi parlamentari hanno annunciato iniziative in tal senso e il presidente della Repubblica auspica che si approdi in tempi brevi a una nuova normativa".
"Risulterebbe, peraltro, improprio un messaggio del Capo dello Stato al Parlamento per sollecitare iniziative legislative annunciate come imminenti. Al presidente della Repubblica competerà valutare la conformità a Costituzione di quanto deliberato al termine dell’iter legislativo, nell’ambito e nei limiti previsti per la promulgazione".
Arrivano sulla questione anche le dichiarazioni di Matteo Salvini:"Il Quirinale interviene sullo scandalo dei magistrati politicizzati e intercettati, ribadendo sconcerto e riprovazione: bene". Il leader della Lega va poi all’attacco: "Non bastano le scuse o le improbabili giustificazioni degli interessati, chiediamo che si dimettano dagli incarichi (giudiziari o politici) tutte le persone coinvolte nello scandalo, da cui emergono vergognosi attacchi a me e alla Lega.
L’Italia e la giustizia italiana meritano di meglio: serve una riforma del Csm, lo si rielegga per estrazione a sorte come chiesto anche dal dottor Nordio e si proceda ad una completa riforma della giustizia, basata su tempi certi dei processi, certezza della pena, responsabilità per errori e lungaggini, separazione delle carriere fra giudici e pm".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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